Letta insiste sui sedicenni, di Domenico Giglio
In occasione del discorso di investitura come Segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, accennò alla anticipazione a 16 anni dell’età per votare, proposta che per il momento è caduta nel vuoto. Ma che questa idea, nata evidentemente, per recuperare consensi elettorali che il PD non trova più nell’elettorato tradizionale della sinistra , sia sempre presenta nel pensiero di Letta ne abbiamo avuto recentissima conferma . Infatti in occasione delle prossime “primarie” che il partito democratico intende effettuare per la scelta dei candidati sindaci da presentare nelle prossime elezioni amministrative, Letta vuole, appunto, farvi partecipare i sedicenni, sperando che gli stessi gli siano grati in un prossimo futuro. Nulla abbiamo contro i giovani , ma le norme attuali che regolano l’ingresso nella maggiore età , si basano sulla considerazione che a diciotto anni si siano esauriti i corsi scolastici , e dove è previsto, si sia superato quel famoso esame di maturità e gli studenti sappiano almeno un po’ di storia e di geografia e possano dare un voto cosciente, cosa che a sedici anni , non avendo completato il ciclo degli studi, non posseggono , e questo non è compensato dalla maggiore pratica e conoscenza informatica. Scuola e informatica possono e debbono integrarsi e questo è avvenuto e sta ancora avvenendo per via del Covid, ma non a vantaggio della informazione telematica . L’educazione e non solo quella civica non si imparano al computer, che invece in sempre maggior numero di casi è veicolo di nefaste amicizie, di cui quasi giornalmente vengono a galla esiti drammatici . Non parliamo poi delle violenze e del bullismo che alligna in queste fasce d’età. Letta faccia pure votare i sedicenni alla primarie , ma legga e rifletta.



