Caro Cacciari,
ho appreso con piacere che ti sei sottoposto alla terza dose del vaccino anti Covid. Considerando le polemiche aspre di cui sei stato ascoltato protagonista ,sono rimasto sorpreso perché tu hai scritto tutto il male possibile contro il modo in cui il Governo Draghi ha affrontato la situazione. Non ricordo parole tanto dure con il Governo Conte che meritava tutte le critiche possibili. Basta sfogliare i giornali o riascoltare le trasmissioni a cui hai partecipato, che hanno contribuito a creare un movimento no vax molto combattivo. Le parole sono pietre, come diceva Carlo Levi e tu sei responsabile di aver contribuito a dare forza al ribellismo. Adesso dici che sei come Socrate e rispetti le leggi, quasi il vaccino fosse la cicuta. In verità quando tu bombardavi le persone con le tue denunce – senza avere nessuna competenza in materia – contemporaneamente ti sottoponevi alla prima e alla seconda dose. Anch’io amo la libertà, forse più di te che come comunista militante e parlamentare del PCI forse non l’hai mai amata con la stessa passione dei liberali. Ma so distinguere il limite invalicabile che va rispettato: la mia libertà finisce dove inizia la libertà degli altri cittadini e viceversa. Questa è la concezione della libertà responsabile che si differenzia dalla licenza individualistica e anarcoide che in tempi di pandemia non è una semplice e innocua opinione ma un tradimento e un attentato al bene comune. Tutti quelli che senza mascherina vanno in piazza a protestare trovano nella tua autorevolezza di professore una sorta di legittimità che li differenzia dai seguaci dell’ ex generale Pappalardo. Forse per te la parola Patria è qualcosa di sconosciuto o di disdicevole. La Patria che per me non è mai nazionalismo, rappresenta il patto solidale tra cittadini che impone nei gravi pericoli nazionali (e in questo caso mondiali) il senso di una autodisciplina incompatibile con quello che in tempo di guerra sarebbe disfattismo. Anche i vecchi comunisti avevano un senso di disciplina encomiabile, anche se volte un po’ ottuso, come rivelano le vecchio vignette di Guareschi. Oggi, caro Cacciari, siamo in guerra e se non siamo ancora giunti a Caporetto, lo si deve ai tanti medici, infermieri, farmacisti, volontari che, invece di parlare o di pontificare , si sfiancano negli ospedali e negli studi medici. Che tu a loro non abbia neppure pensato, è grave. Anche gli uomini di cultura devono dare una mano solidale. Non c’è da evocare Socrate, un esempio sbagliato che non ti si addice perché tu hai assunto il vaccino per vivere e non per morire. Ti indico io un esempio che sicuramente è lontano dalle tue corde: Benedetto Croce che, contrario all’intervento nella Grande Guerra, fu cittadino e patriota disciplinato ed esemplare. Ma da ex comunista tu adesso sei quasi diventato libertino, certamente mai liberale. Alla stregua di Gianni Vattimo che ha contribuito al nichilismo distruttore di ogni valore morale. Mi spiace per quanto ti scrivo e mi compiaccio che sotto sotto tu ti sia vaccinato , pur negando per mesi la necessità del vaccino. Così come mi rende felice la presa di distanza dal collega giurista torinese che vuole elargire le sue lezioni di storia antifascista e di medicina in piazza.
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