Non c’è stato esponente politico della prima e della seconda repubblica che, nei suoi discorsi, non abbia più volte citato la frase “ siamo un grande Paese”- Talvolta gli esponenti delle varie opposizioni che si sono succedute, hanno usato e ancora oggi usano la frase per stigmatizzare l’incapacità della maggioranza al potere, di governare un grande Paese come l’Italia. Ma non solo i politici. Giornalisti e commentatori vari usano questa espressione ,con una certa frequenza, per i più svariati argomenti , spesso senza motivare perché e come saremmo un grande Paese. Ma siamo davvero un grande Paese? Io ne dubito e vediamo perché. Nella Storia: non lo siamo più dal Rinascimento. Essere stati divisi in staterelli insignificanti ci ha impedito qualsiasi politica autonoma : per secoli siamo stati servi della Francia o della Spagna o dell’Impero Asburgico o della Chiesa. Dopo il 1861 le gracilità del nuovo stato ne hanno limitato l’affermazione come potenza europea . Il ventennio fascista , con le sue tragiche avventure, ha poi del tutto dilapidato il prestigio conquistato dall’Italia sui campi di battaglia della prima guerra mondiale, conducendoci alla vergogna della guerra persa e della occupazione del Paese. Con la Repubblica la risalita è stata complessa , comunque sempre appesantita dai tanti mali strutturali italiani : dalle mafie alla corruzione dilagante. In Economia : siamo ormai intorno alla decima posizione come PIL nel mondo nella classifica per nazioni (previsione 2020) e non cresciamo dai primi anni ‘90 . Infatti il nostro aumento del PIL è stato il peggiore dell’UE in tutti questi decenni. Nella Scienza : un italiano non vince il premio Nobel dal 2002 (Capecchi, premiato nel 2007, era a tutti gli effetti americano): può essere anche questo un campanello d’allarme , quanto meno della scarsa ricerca effettuata in Italia. Nello Sport: nel 2018 abbiamo toccato il fondo non riuscendo a qualificarci per i mondiali di calcio, noi che in passato avevamo vinto quattro titoli mondiali. Alle ultime Olimpiadi di Rio del 2016 abbiamo conquistato la nona posizione nel medagliere della nazioni. Nella Geo-politica: con la caduta del muro di Berlino la nostra importanza geopolitica è fortemente diminuita. Infatti durante la guerra fredda eravamo il bastione orientale della NATO .Oggi la nostra posizione risulta marginale e non più strategica per l’Occidente. Non abbiamo poi il territorio e la popolazione di USA, Russia, Cina, India, Brasile e neppure le loro risorse naturali. Non facciamo parte, come membri permanenti, del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dunque siamo esclusi dai grandi giochi della politica internazionale, non disponendo del diritto di veto che contraddistingue i veri “padroni del mondo”. Non disponiamo infine dell’arma atomica come USA, Russia, Cina, Francia e U.K. Arma atomica che, piaccia o non piaccia alle anime candide cattoliche o postcomuniste di casa nostra, determina la potenza della nazioni. L’insieme di queste riflessioni mi portano ad ascoltare con un certo fastidio la retorica di coloro che definiscono l’Italia un grande Paese. Mi sembra un’affermazione molto populista e priva di riscontri. Lo siamo stati in epoche lontane, non oggi. Sia ben chiaro , anche se non siamo una potenza mondiale ,siamo il più bel paese del mondo con le maggiori ricchezze artistiche e architettoniche : di questo si che dobbiamo andare fieri!!! Vorrei terminare con una frase che Fenoglio ne “il partigiano Johnny” fa dire al protagonista , in risposta ad un tenente repubblichino catturato che chiedeva che razza d’Italia sarebbe stata se i partigiani avessero vinto la guerra: “Un Paese magari più piccolo, ma più serio”. Ecco invece di illuderci di essere un grande Paese, sarebbe meglio costruire un Paese più serio.
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