Il sindaco di Bologna Matteo Lepore  ha deciso di cancellare dalla toponomastica  cittadina la parola patrioti, sostituendola con la  parola partigiani  per ciò che riguarda la storia contemporanea, riservando la parola patrioti agli uomini e donne del Risorgimento. Gramellini si è scandalizzato per la decisione che lascerebbe alla destra il monopolio del patriottismo. Ma la decisione assunta con lo scopo di uniformare le targhe delle vie non è da rifiutare di per sé. Molti patrioti furono partigiani, ma non tutti i partigiani furono patrioti. Questa è una verità scomoda che il Sindaco inconsciamente fa emergere. La parola patriota distinse fin dall’inizio alcuni combattenti della Resistenza, ma se alla fine si scelse la parola Partigiani c’è una ragione storica ben precisa. Non a caso la scissione dall’Anpi che diede vita alla Fivl, si contrassegnò come federazione dei Volontari della Libertà. Omologare i patrioti ai  partigiani può anche essere sbagliato, ma ogni decisione in merito esige una scelta caso per caso perché alcuni partigiani considerarono lecitamente la Patria come un orpello della retorica fascista e magari si sentirono più sovietici che italiani . Il fascismo in effetti aveva infangato la parola Patria a cui solo Ciampi ridiede dignità. Il problema in termini storici è più complesso e tutti i manicheismi settari sono sbagliati.