Non è più accettabile che  i luoghi di culto siano aperti al pubblico, con certe precauzioni, e restino chiusi invece altri templi dell’anima come i centri culturali, con le stesse precauzioni di sicurezza. E’ una misura chiaramente incostituzionale, che nega palesemente il diritto dei cittadini di riunirsi. Ripetiamo, con cautela. Vogliono riaprire le scuole senza le cautele necessarie, dimenticando che troppe scuole conoscono poco la parola autodisciplina anche per l’esuberanza dei giovani. Non parliamo qui di  di orde di sciamannati, di ragazzini incontrollabili  che provocano movide. Noi parliamo di adulti, responsabili e neppure festaioli che non accettano di vivere segregati in casa come “bruti“.
Il Centro Pannunzio con i suoi 53 anni di vita, con la sua storia, con la sua attività, la sua serietà, non può essere relegato sui social, che pure usiamo e sono importanti. Ha una vita associativa fatta di donne e di uomini  che va salvaguardata. È un bene individuale e collettivo che va tutelato nel rispetto delle precauzioni di settembre, che ci hanno imposto dei costi per la sicurezza, spesi per adeguamenti igienici usati pochissimo ma, a detta dei tecnici, efficaci. Chi ci vieta di vivere ha una visione autoritaria che va denunciata e combattuta, perché si sa dove inizia, ma non si sa dove va a finire.