Il Centro Pannunzio ha istituito nell’anno 2000 il Premio “Torino Libera” intitolato a Valdo Fusi: il premio «intende riconoscere le figure più significative del mondo torinese che hanno realizzato le loro attività attraverso una testimonianza di libertà, di spirito critico, di anticonformismo.» Quest’anno SABATO 18 GENNAIO alle ore 17 il premiato è stato Nino Boeti; ed è stato un piacere, ed un onore, ascoltare le motivazioni. Il PREMIO TORINO LIBERA “VALDO FUSI” ha visto intervenire il Dott. Luigi FUSI, nipote di Valdo Fusi, il Prof. Luciano BOCCALATTE, direttore dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea, e Marco CASTAGNERI. La premiazione è stata coordinata dal Prof. Pier Franco QUAGLIENI, Direttore del Centro Pannunzio.
Laureato in Medicina, specialista in Ortopedia e Traumatologia, Nino Boeti si dedica alla attività professionale ospedaliera. Inizia nel 1990 l’attività politico /amministrativa presso il Comune di Rivoli come assessore alla cultura e poi come sindaco della città. Eletto nel 2005 nel Consiglio regionale del Piemonte è stato Vice Presidente, componente delle Commissioni II, III, IV, VI, Post-Olimpiadi e d’indagine sull’Associazione Grinzane Cavour e infine Presidente del Consiglio regionale. È stato inoltre Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione

Chi era Valdo Fusi?

Nato a Pavia il 9 maggio 1911, deceduto a Isola d’Asti il 2 luglio 1975, avvocato, dirigente democristiano.

Militante dell’Azione Cattolica dal 1924, segretario della Federazione Universitaria Cattolica Italiana di Torino, dove la sua famiglia si era trasferita nel 1929, Fusi era stato ufficiale del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna. Dopo l’8 settembre 1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza in Piemonte. Rappresentante della Democrazia Cristiana nel CLN regionale, fu catturato il 31 marzo 1944 con gli altri membri del Comitato di liberazione. Processato il 3 aprile e assolto per insufficienza di prove (otto membri del CLN saranno fucilati al Poligono del Martinetto), raggiunse l’Ossola e si unì ai partigiani della Divisione “Piave”. Mentre la sua formazione si ritirava in Val Formazza, Valdo Fusi rimase gravemente ferito nel ribaltamento del camion che trasportava i partigiani. Dopo la Liberazione, candidato all’Assemblea Costituente, non venne eletto. Nel novembre del 1946 divenne, invece, consigliere comunale di Torino e il 18 aprile 1948 fu eletto deputato per la circoscrizione Torino-Novara-Vercelli. Consigliere provinciale di Torino nel 1951, lo stesso anno fu chiamato a dirigere l’ufficio centrale della DC per gli studi, la propaganda e la stampa. Non riconfermato nel mandato parlamentare nelle elezioni del 1953 e nemmeno in quelle del 1958, Valdo Fusi riprese l’attività professionale e s’impegnò nell’attività in sede locale. Vice presidente dell’Associazione Granatieri in congedo di Torino, già presidente nel 1955 dell’EPT, nel 1960 creò l’Ente manifestazioni torinesi. Nel 1965 divenne presidente dell’Ordine Mauriziano, carica che mantenne sino al 1970. Nel 1971 la città di Pavia ha proclamato Valdo Fusi cittadino benemerito e nell’aprile del 1974 Torino gli conferì la cittadinanza onoraria, insieme ai superstiti del processo fascista del 1944 e ai componenti del CLN piemontese. A Fusi, che morì improvvisamente nella sua casa di campagna, sono state intitolate una Fondazione ed una piazza nel centro di Torino. Autore di alcuni saggi sulla Resistenza, di Valdo Fusi si ricorda qui, in particolare, Fiori rossi al Martinetto, nel quale rievoca il processo dell’aprile 1944.