Ieri il Parlamento ha completato l’iter di approvazione di una piccola modifica costituzionale, che introduce nella nostra Carta normativa fondamentale la necessità della tutela dell’ambiente naturale tra gli interessi collettivi fondamentali. Seppur sorprendente, dopo tanti anni di dibattito e di condivisione delle tematiche ecologiste, e tante leggi settoriali troppo dettagliate e spesso difficili da applicare, finora la protezione dell’ambiente come principio non aveva trovato accoglienza nella Costituzione. Probabilmente la politicizzazione del tema aveva nuociuto alla causa. E quello che dovrebbe essere una priorità collettiva superiore agli interessi di parte, cioè il dovere di preservare il patrimonio naturalistico-ambientale a vantaggio della salute di tutti, non era mai stato esplicitato in termini generali. Adesso anche a fronte di interessi economici importanti potrà essere opposta la rilevanza costituzione della tutela dell’ambiente. Sono passati 60 anni da quella pietra miliare della sensibilità ambientalista che fu ‘Silent Spring’, Primavera silenziosa, di Rachel Carson. L’uso indiscriminato di pesticidi, insetticidi, fitofarmaci in agricoltura era stato alla base di una crescita produttiva impressionante, ma portava anche all’avvelenamento del suolo e delle acque. Come erano silenziose le primavere sui campi irrorati di DDT, senza insetti e uccelli canori! Analogamente lo sviluppo industriale ha provocato il deterioramento della qualità dell’aria e delle zone urbanizzate. Tutti conosciamo la quotidianità della vita nelle nostre città. E anche i nomi dei casi emblematici divenuti, in realtà grandi o piccole, eventi epocali. Bhopal, Seveso, Chernobyl, Casale Monferrato, Cengio … che fece la Bormida colorata in rosso! Pochi nomi a caso, che dovrebbero ricordarci che la Terra non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, ma l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli!