Sono d’accordo con Angelo Panebianco: difendo il Parlamento e la decisione di ripristinare i vitalizi agli ex senatori, eliminati in modo affrettato e giacobino per iniziativa di 5 Stelle e Lega.
Il Parlamento va rispettato nella sua autonomia che è la condizione essenziale perchè possa esercitare liberamente le sue funzioni. Ha ragione la Presidente del Senato Casellati nel dire che la decisione è arrivata nel momento peggiore perché la crisi economica ci sta travolgendo. Fa sorridere che il finto liberale Tajani si schieri contro i vitalizi al pari dell’illiberale Zingaretti.
Ma c’è un fatto dirimente che i signori non conoscono. In uno Stato liberale non può mai essere accettata una legge retroattiva e non possono essere annullati i diritti acquisiti. Altrimenti entriamo nell’arbitrio che oggi tocca gli ex senatori, domani potrebbe toccare tutti.
Il Giacobinismo dei 5 stelle è molto pericoloso perché evoca in un altro modo il cappio esibito in Senato dai Leghisti nel 1992.
Il taglio dei vitalizi è l’ultimo frutto avvelenato dell’attacco alle istituzioni parlamentari iniziato da Borrelli e da Di Pietro che fecero un vero colpo di Stato.
Difendiamo la legalità repubblicana contro iniziative populiste che non hanno fondamento giuridico, anzi violano norme irrinunciabili in un paese liberale. Oggi l’Italia è un paese in mano a demagoghi confusionari e violenti.
Bisogna avere il coraggio di essere impopolari, anzi antipopulisti.
Chi ama la democrazia rappresentativa e non accetta la sessantottina finta democrazia diretta, deve avere il coraggio di schierarsi. Ce lo impone la nostra cultura liberale e la nostra cultura giuridica. Questa è una linea che il Centro Pannunzio ha sempre difeso con coerenza. Il Parlamento che Conte ha marginalizzato, va tutelato nella maniera più ferma. Il populismo va combattuto come una lebbra della democrazia liberale. Oltretutto si tratta di un risparmio irrisorio anche perché gli ex senatori sono anziani e il vitalizio è destinato a finire naturalmente. In molti casi si era tolto il sostentamento a vecchi senatori che non percepivano altri redditi, con una insensibilità che dimostra anche l’aridità umana di certi demagoghi. Questi ex senatori in difficoltà tra l’altro vengono tutti dal PCI che faceva eleggere i suoi funzionari. Possiamo essere d’accordo nel non dare il vitalizio all’ex senatore Piero Craveri, nipote di Croce e senatore radicale per pochi giorni. Il ricco Craveri si è beccato il vitalizio per molti anni. Ma non confondiamo i casi particolari con un discorso di insieme, altrimenti cadiamo nel populismo becero e insopportabile di Mario Giordano.
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