La docente della scuola elementare della scuola “Sinigaglia“ Laura Prunotto è stata assolta in tribunale in cui era stata trascinata dalle accuse veementi, piene di odio, lanciate contro di lei da alcuni genitori di suoi alunni. E’ storia che si è trascinata per dieci anni. La docente venne sospesa dall’insegnamento in base ad accuse che oggi si rivelano una vera e propria diffamazione perché il Tribubale ha sentenziato che i fatti non sussistono. Sono i risultati di una scuola nella quale l’autorità del docente è stata calpestata per dare spazio solo a discenti e genitori  che pretendono di scaldare anche le autorità scolastiche. Il direttore scolastico regionale in carica è stato chiaro e ha detto che chi è assolto ha il diritto di tornare ad insegnare. I genitori che si erano accaniti contro la docente fanno indebita pressione sulla Procura perché  si appelli contro la sentenza. E’ una storia vergognosa di persecuzione di cui su questa rubrica mi ero già occupato fin dagli inizi di questa vicenda che segna la fine della Scuola di Stato divenuta una scuola privati al servizio dei genitori. I casi di docenti e di capi di istituto fatti oggetto di vere campagne diffamatorie sono numerosi e sono una delle cause per cui nella scuola l’insegnamento  è condizionato dall’indice di popolarità da raggiungere, a prescindere dalle competenze didattiche degli Insegnanti. La caccia ai docenti all’apparenza  più fragili è stata condotta anche da alcuni presidi che colpiscono un docente per “educarne“ cento e far vedere il loro potere. La scuola galleggia in queste acque putride da troppi decenni . La dignità dei docenti non viene difesa neppure dai sindacati confedereli della scuola. Essere sottoposti ad un processo (da cui la docente in questione è uscita a testa alta) per il fatto di incappare su alunni e genitori che vorrebbero una scuola a misura dei propri comodi, appare davvero una cosa incredibile che va denunciata con fermezza. Il bullismo ha radici lontane in questi soprusi contro i docenti fin dalla scuola elementare. Alla docente Prunotto il Centro Pannunzio esprime la sua solidarietà.