Bene. Guerra d’Ucraìna a una svolta. Russi in ritirata. Putin nell’angolo. Democrazia ucraina salva. Valori occidentali sugli scudi. Ci sarebbe da brindare, o no?
Senza entrare nell’analisi delle vicende ancora in corso, quali considerazioni si possono abbozzare?
- Nel prossimo futuro nessuno si meraviglierà di una corsa al riarmo in molti paesi, primi tra tutti la Russia e la Cina, e l’India, e altri… Gli Usa non possono pensare di detenere l’esclusiva del knowhow tecnologico per la fabbricazione delle armi. Altri paesi aumenteranno i budget militari.
- La tenuta dei regimi democratici potrebbe non essere scontata. Quando la parola passa alle armi, il ruolo anche interno dei militari potrebbe uscirne rafforzato.
- I costi economici e gli equilibri dell’economia globalizzata sono stati sacrificati in Europa di fronte alle scelte politico-strategiche e solo alcuni dissensi si sono levati, anche sotto forma di cambi di governo e risultati elettorali avversi. Gli interessi economici sono passati in secondo piano. Ma potrebbe non essere sempre così.
- Le istituzioni europee, i tecnocrati di Bruxelles si sono impossessati, sotto l’ombrello americano, di un potere per il quale non erano legittimati e che sarà difficile sottrarre loro in futuro.
- Gli Stati uniti sono bravi a fare le guerre per procura, armando e delegando altri al campo di battaglia. Molto di più che a condurre guerre in prima persona, visti i precedenti.
- Putin non aveva del tutto torto a valutare l’Ucraina e il suo potenziale bellico come una minaccia. Per anni evidentemente, l’esercito ucraino è stato organizzato, preparato, armato. Da chi? A quale scopo?
- In ultimo, last but not least… Si è fatto un grande passo verso la catastrofe nucleare, verso una accettazione globale del rischio di deflagrazione intenzionale o accidentale di un conflitto senza ritorno.