Temporali estivi e menti fresche

Estate non facile per il governo Meloni. Alle difficoltà incombenti della legge di bilancio e alla gestione approssimativa dei fondi Pnrr, si sono aggiunte negli ultimi mesi scelte finanziarie e di politica sociale non propriamente felici. Decisioni che hanno provocato distinguo e smarcamenti nella coalizione di governo e destato perplessità nello stesso elettorato di centrodestra. La fiammata inflazionistica, anche scontando un raffreddamento grazie alla politica monetaria restrittiva della Bce, ha eroso non poco il potere d’acquisto dei consumatori. Palliativi come i cartelli alle pompe di benzina, dimostrano solo le lacune di preparazione economica di chi ha lanciato l’idea: la trasparenza è un elemento marginale del mercato concorrenziale, essendo determinanti invece ben altri fattori (costi, potere contrattuale delle parti, imposizione fiscale, ecc.). Qualcuno dovrebbe pure saperlo tra i consulenti dei ministeri di questo paese. La tassazione delle banche, anzi dei profitti delle banche – o extraprofitti? e chi decide quando siamo in presenza di extraprofitti, gli economisti? e i profitti sono una brutta cosa? una cosa disdicevole? ma il capitalismo non funzionava diversamente? – la tassazione delle banche, si diceva, è un’altra scelta demagogica, alla ricerca di un facile consenso di  facciata, ma di assai dubbia lungimiranza politica. Il capitolo sbarchi e migranti, con i numeri in crescita e pratiche immutate rispetto al passato, è poi un ulteriore tasto dolente per la parte politica, ora al governo, che ne ha sempre fatto una questione di bandiera. C’è infine una problematica, sottile e delicata, ma non meno importante dell’economia, che è venuta emergendo da disparati fatti di cronaca e conseguenti dichiarazioni e prese di posizione, nelle ultime settimane, quasi temporali estivi premonitori… È la questione della (in)capacità del governo di affrontare autorevolmente la gestione, spesso conflittuale, tra libertà di espressione, di parola, di pensiero, e narrazioni politically correct, vulgate mainstream, pensiero unico. In un paese che di entrambi vorrebbe essere,  seppure da sponde politiche opposte, un campione riconosciuto, non è una questione marginale.