Di recente mi è capitato di leggere il Mein Kampf di Adolf Hitler, libro che espone il pensiero del futuro Führer e considerato il suo manifesto politico. Lo avevo trovato per caso ad un mercatino e acquistato per curiosità. Avevo la consapevolezza di aver tra le mani un libro di importanza storica e ancora oggi oggetto di forti critiche e anche di censure. E lo dico con cognizione di causa. Poco più di un mese fa ne sono stato vittima personalmente e ho dovuto subire limitazioni alla mia pagina social per aver pubblicato la copertina con un breve commento circa la volontà di leggerlo con mente aperta e spirito critico.
Passando al libro, la lettura è stata molto utile e non solo perché, essendo contrario a qualsiasi forma di totalitarismo, possiedo tutti gli “anticorpi” necessari per poter interpretare e collocare al meglio certi passaggi. Dalla lettura si percepiscono chiaramente le linee di pensiero del dittatore tedesco con i suoi convincimenti e le sue ossessioni. Si tratta di un vero e proprio manifesto, molto potente dal punto di vista comunicativo e molto lucido nella sua follia totalitaria e razzista, scritto prima della presa del potere nazista in Germania. Più di molto altro aiuta a capire come siano state possibili le tragedie, incluse quelle razziste nei confronti degli ebrei, gli eccidi e gran parte degli eventi terribili che si sarebbero poi verificati e che sono legati al secondo conflitto mondiale. Mi domando però se la censura sia la strada giusta. O se non sia meglio proseguire su un percorso di approfondimenti e dibattiti che possa aiutare a capire e a tener sempre viva la memoria. Di certo conoscere è necessario affinché le tragedie, figlie del totalitarismo, non abbiano mai più a ripetersi.