Il cane è senza dubbio l’animale più fedele e paziente del mondo. L’amore dei cani è incondizionato, disinteressato, totale, assoluto, eterno. Essi ci amano indipendentemente da come siamo, da cosa abbiamo e da cosa diamo loro. Per ricevere e provare l’immenso e meraviglioso amore di un cane non bisogna essere belli, ricchi, e non serve nemmeno avere successo nella vita. “Per i cani i loro umani sono il loro punto di riferimento nella vita, ciò di cui hanno bisogno per stare bene “. Konrad Lorenz ha scritto che la felicità del cane dipende soprattutto dal tempo che possiamo trascorrere con lui, dal numero di volte che ci può accompagnare nelle nostre uscite; al cane non importa nulla di aspettare per ore e ore davanti alla porta di casa o del nostro studio, se poi né avrà in premio dieci minuti di passeggiata al nostro fianco. Innumerevoli e bellissime sono le storie di cani che hanno commosso il mondo. La storia di Hachiko la conoscono tutti. Hachiko era un cane di razza ~ Akita, un bell’esemplare bianco, diventato famoso negli anni trenta per la sua enorme fedeltà nei confronti del suo proprietario, il professor Hidesaburo Ueno. All’età di due mesi Hachiko fu adottato dal professore che ogni mattina andava a insegnare a Tokyo. Hachiko lo accompagnava alla stazione e poi tornava nel pomeriggio ad aspettarlo. Ma un giorno il professore muore d’infarto. Hachiko, che non lo sa, lo attende alla stazione. Continuerà a farlo per 10 anni. Il meraviglioso cane bianco morì l’8 marzo 1935, stroncato dalla ” filaria”. La sua morte impietosì la comunità nipponica e la notizia, riportata da tutte le pagine dei giornali, spinse le autorità a dichiarare un giorno di lutto nazionale. La vicenda suscitò un enorme commozione nella opinione pubblica dell’epoca ed Hachiko divenne, in Giappone e nel mondo intero un fulgido esempio di affetto e fedeltà. Nell’aprile 1934, al fedele amico fu dedicata una statua in bronzo con le sue sembianze, posta alla stazione di Shibuya. Un’altra simile venne eretta a Odate, la sua città natale. Hachiko morì all’età di 11 anni durante i quali ha atteso ininterrottamente il ritorno del suo padrone alla stazione.