Meditazione Trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi.

Il Suono/ canto Vedico.

Uno degli scopi primari della meditazione, è sicuramente quello di riuscire ad accentrare l’attenzione su noi stessi, seguendo percezioni, sensazioni, pensieri ed emozioni, oppure, sull’ambiente esterno, al fine di raggiungere un grado superiore di consapevolezza e di calma interiore. Una pratica che viene utilizzata per raggiungere una maggiore padronanza delle plurime, e complesse attività della mente. Si tratta di una pratica molto antica, che serve a mettere/ depositare la mente, in uno stato completamente rilassato ma al tempo stesso, assai vigile. Durante la meditazione, infatti, si è pienamente consapevoli di cosa stia accadendo realmente: dentro di noi, attorno a noi e al di sopra di noi; effettivamente, in quel preciso momento, tutto avviene e tutto fluttua, all’interno di una dimensione senza tempo né confini; siamo consapevoli di tutto, ma lo osserviamo con distacco e questo, ci permette di interagire con la nostra anima mettendo in pratica uno stile di vita acquietante, pacifico e totalmente rilassato. 

Maharishi Mahesh Yogi, mistico e filosofo indiano nonché guru, fondatore della tecnica conosciuta come Meditazione Trascendentale, ci ha fornito una conoscenza dettagliata e sistematica degli stati più elevati dello sviluppo umano. A tal proposito, Maharishi scrive:” È molto semplice comprendere questa struttura, proprio perché la consapevolezza è aperta a se stessa; poiché la consapevolezza cognosce perfettamente se stessa, ed è, al tempo stesso l’unico e veritiero soggetto conoscente, l’oggetto del cognoscere diventa per intero il processo della conoscenza. Questo è lo stato reale della pura intellighenzia, ovvero, pienamente risvegliata alla propria natura e completamente autoreferenziale”. 

Quest’approccio scientifico, raffigura con minuziosità, sette stati di coscienza, ognuno con il proprio equipollente stato fisiologico, e ci offre, con chiarezza e limpidezza, la conoscenza teorica e pratica per il loro ampliamento all’interno della nostra consapevolezza. I primi tre stati di coscienza, sono comunemente noti come: Stato di sonno, Stato di sogno e Stato di veglia. Mentre i quattro stati di coscienza superiori sono: Coscienza trascendentale, Coscienza cosmica, Coscienza cosmica raffinata e Coscienza di unità. Si tratta di una tecnica meditativa per lo sviluppo delle potenzialità umane; la sua genesi è da ricondursi al costume originale della tradizione vedica. I maestri vedici, infatti, attraverso un’antichissima tradizione di conoscenza, hanno saputo preservare nel tempo la conoscenza completa della natura del potenziale umano, e delle norme e delle regole, per svilupparlo interamente. 

Il processo di trascendenza, avviene attraverso un percorso che lievita lentamente, in maniera del tutto graduale; un raffinamento progressivo del pensiero durante la meditazione trascendentale, è di conseguenza, un raffinamento che viene rinnovato e cesellato tramite un pensiero in grado di nutrirsi e abbeverarsi, da una falda di sorgente pregna di benessere, sia fisico, psichico che psicologico. La natura, è sinonimo di “suono”, e non possiamo non pensare alla meditazione senza trasportare il nostro pensiero alla musica dell’Universo, ovvero: la relazione tra noi, l’incorporeo e i sacri suoni. Gli antichi inni vedici, sono dirette manifestazioni dei suoni sacri che ascoltiamo (shruti), dai saggi poeti che li sintetizzano con precisione serafica, mettendoli sapientemente in forma scritta. Quest’ «ascolto», così sapiente e puntuale, avviene dapprima nella nostra coscienza. Pensiamo ad esempio al Bhagavata Purana, ch’è in grado di fornirci considerevoli delucidazioni, precisando che dal suono si manifesta l’etere e dall’etere l’aria. Il suono è l’origine dell’aura e dall’aura ha origine l’udito. L’udito, è l’organo maestro per ricevere la conoscenza. 

È detto che la conoscenza vedica discenda dal mondo spirituale, e spesso, la spiritualità, è contornata da armonie e da suoni. Infatti, il canto vedico è contemplato come una delle forme più antiche di salmodìa e di tradizione orale ininterrotta esistente. Quando ci si riferisce al canto vedico, secondo la tradizione, si usa il termine adhyayanam, che in sanscrito significa “lettera, studio”, in modo particolare dei Veda (uno dei sei doveri di un bramino), che è l’arte di ascoltare e imparare a declamare con attenzione, cura e coinvolgimento profondo della mente, del cuore e del corpo. Il canto vedico e le sue regole rigorose hanno permesso la conversazione dei Veda, l’antichissima raccolta in sanscrito di testi dei popoli arii che invasero nel XX secolo a.C. l’India settentrionale. Calibrare il suono, sentire il respiro e dosarlo. Capire dal profondo, che se non si prende il giusto fiato, non si può pensare di dare la corretta e precisa risonanza alla voce. Il canto vedico, permette di entrare in contatto con immense e somme vibrazioni, che ravvivano profondamente, il cuore e la mente. 

In definitiva, la Meditazione Trascendentale, ha un profondo rapporto con il suono e con tutte le sue molteplici sfaccettature e potenzialità; un cordone ombelicale saldo, ferreo, coeso ed indistruttibile; pensiamo ad esempio, alla Meditazione Trascendentale del Suono Primordiale, un viaggio spirituale che permette all’uomo di ricollegarsi con la sua vera essenza e coscienza, là, dove risiede il silenzio, la quiete creativa, la fonte inesauribile di energia e creatività. Una tecnica mentale bonaria, accessibile, spontanea ed efficace. Come una cresta dell’oceano, si acquieta e diventa l’oceano esteso e smisurato, allo stesso modo durante la meditazione, la mente dopo aver saggiato livelli sempre più diafani del pensiero (venendo a contatto con la sua sorgente primaria), diventa un oceano di candida consapevolezza illimitata. Questo stato di consapevolezza così esteso ed aperto, rappresenta uno stato di calma assai piacevole, gioviale e rivitalizzante, che rende la mente più acuta, sveglia, creativa ed intelligente. Allo stesso tempo, il corpo ottiene un profondissimo rilasciamento che permette di espellere le tossine, lo sfiancamento, le tensioni e gli stress consolidati nel sistema immunitario. Alla fine del periodo di meditazione, si ritorna soavemente all’attività, molto più refrigerati, rilassati e rivitalizzati.