Oggi vedremo con la discussione in Senato  della mozione di sfiducia individuale al Ministro della Giustizia Bonafede, chi è contrario o chi è favorevole ad una gestione della giustizia ispirata al più becero populismo manettaro, quello minacciato e sventolato per anni da Grillo nelle piazze italiane e sostenuto da alcuni magistrati che hanno costruito la loro fama atrraverso il giustizialismo più intollerabile.
Non è vero, come dichiara il grillino Crimi, che salterebbe  il Governo insieme a Bonafede, perché le mozioni di sfiducia personali a ministri, per quanto discutibili in linea di principio, non hanno mai provocato crisi di governo, a partire da Dini quando vollero disfarsi dello scomodo  e onesto ministro-magistrato  Filippo Mancuso. Mancuso fu mandato a casa e Dini rimase in sella senza problemi. Mancuso venne sconfessato dalla stessa maggioranza su cui poggiava il Governo Dini.
La mozione di sfiducia a Bonafede  presentata anche da Emma Bonino, oltre che da Forza Italia e dalle altre opposizioni, è una lucida analisi degli errori marchiani del Ministro e della sua faziosa ed arrogante  incompetenza. Abolita la prescrizione, nulla è stato fatto per il processo breve ,come era stato invano promesso. L’abolizione della prescrizione è un vero scempio giuridico che  ha imbarbarito la giustizia che può diventare un incubo a vita.
La pandemia ha oscurato il problema Giustizia e certe scarcerazioni facili di mafiosi  ergastolani per ragioni di salute, sono emerse solo perché Giletti  nel silenzio generale dei giornali ha sollevato  in Tv il velo dell’ipocrisia, provocando le dimissioni  del direttore del Dap Basentini , scelto dal ministro Bonafede  dopo aver proposto il posto  a Nino Di Matteo. Le tv di Berlusconi con i vari demagoghi alla Giordano non sono state capaci di sollevare il caso. E altri giornalisti che vanno per la maggiore ,hanno conformisticamente taciuto o hanno minimizzato. Il “Fatto” ha sostenuto e sostiene Bonafede.
Anche la gestione della rivolta nelle carceri si è rivelata opaca e drammatica allo stesso tempo con tanti morti che hanno rivelato ,ancora una volta, la  difficilissima situazione carceraria italiana, oltre l’atto vigliacco dei rivoltosi che si sono scatenati nelle devastazioni delle strutture carcerarie con danni immensi. Anche di questi aspetti il ministro doveva rispondere in termini politici.
Per non parlare dello scandalo di un CSM in cui maneggioni più o meno corrotti facevano i loro comodi, uno scandalo subito minimizzato e vergognosamente insabbiato. Anche di fronte a questo scandalo il ministro non si è mosso in modo adeguato.L’immagine della Magistratura ne e’ uscita a pezzi.
Il Governo ha tanti ministri inadeguati ,ma Bonafede è un altro Toninelli.
Bonino ha voluto evocare il nome di Tortora di cui in effetti non si è mai ricordata in precedenza; senza volerlo strumentalizzare, Tortora resta però oggettivamente  il simbolo delle vittime della mala giustizia.
Renzi e “Italia viva“ hanno un’ occasione  importante per giustificare la loro presenza, votando la mozione di sfiducia a Bonafede. Se non lo faranno, perderanno ogni credibilità e saranno destinati a scomparire dalla scena politica e soprattutto  da quella elettorale.