In occasione della ricorrenza del 75° anniversario della Liberazione, credo che tutti gli amici di Pannunzio Magazine siano concordi nella volontà di ricordare una data fondamentale della nostra libertà e della nostra democrazia.

A tal fine ho scelto due passi di Piero Calamandrei, insigne giurista e membro della Assemblea Costituente.

Il primo è tratto da un discorso tenuto a Milano nel 1955 sulla nostra Costituzione a dieci anni

dalla Liberazione.

“ Quindi,quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.

Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì , o giovani , col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione. “

Il secondo è costituito dall’epigrafe scritta da Calamandrei e dedicata ad Albert Kesserling, comandante delle forze armate germaniche in Italia durante il secondo conflitto mondiale.

Questa epigrafe fu posta su una lapide ad ignominia di Kesserling , nel Comune di Cuneo, città medaglia d’oro della Resistenza.

“ Lo avrai camerata Kesserling il monumento che pretendi da noi italiani,

   ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi.

   Non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio,

   non colla terra dei cimiteri dove compagni giovinetti riposano in serenità,

   non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono,

   non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire.

   Ma soltanto col silenzio dei torturati piu’ duro d’ogni macigno,

   soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi

   che volontari si adunarono per dignità e non per odio

   decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo.

   Su queste strade se vorrai tornare

   ai nostri posti ci ritroverai

   morti e vivi collo stesso impegno

   popolo serrato intorno al monumento

   che si chiama

   ORA E SEMPRE

   RESISTENZA

Gian Piero Aureli