INUTILI RICORSI
Passarono gli anni. L’avvocato Thompson, dal 1923, si decise a collaborare alla difesa dei due imputati, divenendo infine nel 1924 unico difensore per entrambi, mentre Moore nello stesso periodo rassegnò ufficialmente le dimissioni, cacciato a calci nel sedere dallo stesso Sacco.
L’avvocato William G. Thompson (a sinistra) e il suo assistente Herbert B. Ehrmann (The Official Website of the Massachusetts Judicial Branch)
Fino a gennaio del 1927, vennero presentate ben sei mozioni di riapertura per un nuovo processo, le quali vennero tutte puntualmente respinte dall’onnipresente Thayer (secondo la giustizia americana, era sempre lo stesso giudice a presiedere i ricorsi!). L’ultima in particolare, la mozione Madeiros, resta la più interessante, anche se piuttosto oscura, non essendo del tutto chiari i motivi che avrebbero spinto un criminale incallito quale era Celestino Madeiros, a decidere di collaborare con la giustizia. Ladro, bugiardo e spietato assassino, Madeiros risultava di fatto un individuo del quale diffidare. Uomo mentalmente ritardato, sofferente spesso di gravi crisi epilettiche, il venticinquenne portoghese, che in quel periodo si trovava detenuto nel carcere di Dedham in attesa di esecuzione, lo stesso dove si trovava Sacco, rese a Thompson un affidavit nel quale, scagionando i due anarchici, dichiarò di aver preso parte alla rapina di South Braintree, rifiutandosi tuttavia di fare i nomi degli altri componenti della banda. Nondimeno, sia Moore che lo stesso Thompson, furono sempre fermamente convinti che dietro il colpo ci fosse lo zampino diBoda e della nota banda Morelli, una spietata gang di italoamericani. In tal caso a freddare Parmenter e Berardelli sarebbero stati proprio il capo Joe Morelli e Anthony “Bill” Mancini, un killer da rotocalco della leggendaria Lawless Decade.
Il 23 ottobre 1926, Thayer respinse tale ultima mozione. Per la prima volta nella sua splendida carriera, si vide Thompson perdere letteralmente le staffe, inveendo giustamente contro un indegno giudice. Da questa amara esperienza ne uscì talmente sconvolto, che la sua vita professionale ed affettiva ne furono segnate per sempre.
UN’ULTIMA SPERANZA
Restava ora solo la Corte Suprema del Massachusetts, che purtroppo il 5 aprile 1927 respinse l’ultimo disperato tentativo di Thompson. Spettò quindi a Thayer, il successivo 9 aprile, pronunciare la sentenza di morte contro Sacco e Vanzetti, ma per Thompson c’era ancora un’ultima carta da giocare, per tentare di salvare in extremis le vite dei due anarchici italiani: una richiesta di grazia al governatore di uno degli Stati più conservatori della federazione, Alvan T. Fuller, il quale, forse più per salvare la faccia che per vera coscienza, decise di conferire personalmente prima con Madeiros, poi con i due italiani, ma fu inutile. Alle 11:25 del 3 agosto 1927, lo stesso Fuller rese noto alla stampa di aver respinto la domanda di grazia.
TRE ESECUZIONI
La sentenza di morte emessa da Thayer contro Nicola Sacco (The Official Website of the Massachusetts Judicial Branch)
Robert G. Elliott si occupò dell’esecuzione dei tre condannati. Dalle sue memorie:
Alle 00:03 esatte del 23 agosto 1927, Celestino Madeiros, in un pietoso stato di semi-incoscienza, causa indigestione, aveva mangiato e fumato fino a scoppiare, entrò per primo nella stanza della morte.
Alle 12:11, il secondo ad essere messo a morte fu Nicola Sacco. Percorse l’ultimo miglio lentamente, ma con fermezza, senza essere accompagnato da uomini di chiesa, avendo rifiutato l’assistenza spirituale di padre Murphy. Mortalmente pallido, indubbiamente in un orribile stato di confusione mentale, si mosse verso la sedia senza alcun aiuto; mentre le guardie gli sistemavano cinghie ed elettrodi, salutò i testimoni presenti, e infine diede addio alla moglie, ai figli e a sua madre.
Bartolomeo Vanzetti fu il più sereno dei tre ad andare a morire quella notte, anch’egli non assistito da nessun uomo di chiesa. Quando le guardie andarono a prenderlo strinse loro le mani, quindi si avviò con passo fermo e deciso e a testa alta verso la stanza della morte. Le sue ultime parole furono prima di tutto rivolte a Hendry:
– Direttore, desidero ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me – disse stringendogli forte la mano. Hendry, visibilmente commosso, non rispose. Vanzetti allo stesso modo volle salutare il vice Hoggsett, il dottor McLaughlin e due delle quattro guardie presenti. Ai testimoni dichiarò invece:
– Voglio dirvi che sono innocente e non ho mai commesso nessun crimine, solo qualche peccato. Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me. Sono innocente di tutti i crimini, non solo di questo, ma di tutti. Sono un uomo innocente!
Mentre le guardie stavano finendo di legarlo, disse infine:
– Ora voglio perdonare alcuni per ciò che mi state facendo.
Al momento di darmi il segnale, gli occhi del direttore si erano riempiti di lacrime. Pur avvezzo a tal genere di situazioni, quando tutto fu finito Hendry riuscì a malapena a pronunciare la triste formula di rito:
In nome della legge io ti dichiaro morto, la sentenza della corte è stata eseguita.
Alle 00:26 tutto era compiuto.
POST MORTEM
Sono trascorsi più di novant’anni dalla conclusione di questa tragica storia, eppure alcune domande restano tuttora senza risposta, senza contare misteri e segreti, celati dietro gli stessi personaggi che ne presero parte. Carlo Tresca, leader anarchico di indiscussa popolarità negli Stati Uniti, nel 1943 riferì al cronista del New Yorker Max Eastman la seguente enigmatica frase:
- Al processo Sacco era colpevole, Vanzetti no
Fred H. Moore, anni dopo ribadì la stessa frase.
Joe Morelli morì nel 1950, lasciando una sua presunta autobiografia mai pubblicata, la quale venne ritrovata grazie alla disponibilità di sua nipote Helen Morelli, che da anni ne custodiva gelosamente una copia. Secondo quanto riferito dal manoscritto, i cinque rapinatori di South Braintree sarebbero stati: Sacco, Vanzetti, Coacci, Boda e Orciani. Joe, che li conosceva bene da anni, confessò di essere stato giocato dai cinque anarchici italiani e quindi escluso dal colpo, al quale non avrebbero preso parte neanche Madeiros e Mancini.
Una trentina d’anni dopo la fine del processo un certo Antonio Ramuglia, ex anarchico di Boston, ammise senza fronzoli che, mentre erano ancora in corso le escussioni dei testi, alcuni compagni anarchici gli avrebbero ordinato di fornire un falso alibi a Nicola Sacco per il 15 aprile 1920, dichiarando sul banco dei testimoni di aver incontrato quel giorno l’imputato al Boni’s Restaurant di Boston. Per la cronaca la deposizione del Ramuglia non ebbe luogo, poiché sembra che l’anarchico il giorno della rapina si trovasse ospite in una galera di Saint Louis. A causa del suo forfait, la scelta cadde su un secondo testimone compiacente.
Questi gli interrogativi rimasti senza risposta:
- Il proiettile fatale, che uccise Berardelli, dopo varie e ripetute perizie balistiche protrattesi fino al 1983, utilizzando strumenti sempre più sofisticati, proviene senza ombra di dubbio dalla Colt 32 sequestrata a Sacco, e così il bossolo “Fraher W” rinvenuto sul luogo del delitto. Avvenne una sostituzione fraudolenta?
- Chi furono i veri autori della rapina?
Frank Morelli, fratello di Joe, anch’egli gravemente malato di cancro e prossimo alla fine, rese una confessione al suo amico Vincent Teresa, che in seguito la trascrisse nella sua autobiografia:
– Li abbiamo fatti fuori noi quei due, in quella rapina. I due immigrati
[Sacco e Vanzetti] affrontarono le avversità con vero coraggio. Ce li siamo trovati sulla nostra strada e così li abbiamo travolti.
Vincent gli chiese: – Veramente hai fatto questo?
Guardandolo fisso negli occhi, Frank gli rispose:
– Sicuro, Vinnie. Quei due babbei, con vero coraggio, hanno affrontato la
morte al nostro posto. Questo ti fa capire con quale giustizia abbiamo a che fare.
Nel 1977, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’esecuzione, Michael Dukakis, governatore dello stato del Massachusetts, anch’egli discendente da una famiglia di immigrati, decise di riaprire il caso Sacco e Vanzetti. Dopo aver fatto riesaminare il processo dal suo consulente legale Daniel Taylor, Dukakis riconobbe per la prima volta la molteplicità di abusi commessi dalla pubblica accusa e dal giudice Thayer. Basandosi su tali conclusioni, il governatore rispose finalmente con l’emissione della seguente solenne proclamazione:
“Dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, dai nomi delle loro famiglie e dei discendenti e dal nome dello stato del Massachusetts. Invito il popolo a sostare dai suoi eventi, in modo da trarre il coraggio per impedire alle forze dell’intolleranza e dell’odio di unirsi ancora per sopraffare la razionalità e la saggezza cui il nostro sistema legale aspira.”
BIBLIOGRAFIA
Giovanni Adducci Io ti dichiaro morto! Edizioni Associate Roma 2004
Giovanni Adducci Sacco e Vanzetti – Una Storia Infinita Edizioni Associate Roma 2005
Frank M. D’Alessandro The Verdict on History on Sacco and Vanzetti Jay Street Publish. NY1997
Herbert Ehrmann The Case That Will Not Die Boston: Little, Brown, 1969
Herbert Ehrmann The Untried Case New York: The Vanguard Press, 1933
Robert G. Elliott Agent of Death New York E.P. Dutton & Co., Inc. 1940
Felix Frankfurter March 1927-The Case of Sacco and Vanzetti 1927
Judy Monroe The Sacco and Vanzetti Controversial Murder Enslow Publishers, Inc. 2000
Francis Russell Tragedy in Dedham-The Story of … Longmans, Green and Co Ltd 1963
Francis Russell Sacco & Vanzetti: The Case Resolved Harper & Row, Publishers NY 1986
W. Young D. E. Kaiser Postmortem The Univ. of Massachusetts Press 1985