La parola dieta ha origine nel passato e significava tutt’altro di quello che gli si attribuisce oggi. Con la parola greca “diaita” e quella latina “diaeta” si intendeva uno stile di vita di tutti i giorni e di tutta la vita orientato all’attenzione e consapevolezza dell’alimentazione, dell’attività fisica (compresa la soddisfazione sessuale) e dei problemi in generale (gestione dello stress).

Oggi invece per “dieta” si intendono spesso alimentazioni ipocaloriche caratterizzate da periodi occasionali in cui si mangia molto meno, si varia brutalmente la tipologia di cibo (vedasi la dieta del minestrone, della banana, delle proteine), ci si indirizza ad alimenti che non piacciono oppure ripetitivi (solo carne, solo verdure, solo carboidrati….) aumentando notevolmente l’attività fisica di colpo (ginnastica) incuranti dei dolori fisici da affaticamento ed infiammazione.

Tutte queste caratteristiche delle “diete” sono simili a ciò che accadrebbe al nostro corpo durante la cosa più frequente e pericolosa degli ultimi milioni di anni per gli esseri umani: una carestia (oggi si direbbe una forte crisi economica).

Di colpo ci si ritrova a mangiare poco senza far troppo i difficili su cosa si trova (anche se non piace) senza stare certo a lamentarsi se non si varia il menù- Si ringrazia il cielo se si mangia un “tozzo di pane” e si spera di averlo tutti i giorni. Inoltre durante le carestie è facile che si debba mettere alla frusta il fisico con lunghe marce alla ricerca di cibo o lotte per appropriarsene o difenderlo!

Tra tutti i motivi di allarme per il nostro organismo quello relativo ai segnali di una anche solo lontanamente possibile carestia è il più forte per ovvi motivi di sopravvivenza. La risposta a questo allarme si chiama risposta da stress e comporta tra le tante cose anche un’alterata produzione del cortisolo (l’ormone dello stress) che ha la capacità di agire sull’ipotalamo (dove ci sono nodi nervosi cruciali per i centri di fame e sazietà) rendendolo meno sensibile alla leptina l’ormone secreto dalle cellule adipose che veicola il segnale di sazietà (1)

Negli ultimi milioni di anni abbiamo vissuto in condizioni di estrema difficoltà a reperire cibo con costanza e il nostro corpo ha “imparato” a reagire ad ogni segnale prolungato di possibile carestia aumentando la motivazione a cercare cibo ovvero AUMENTANDO LA FAME e DIMINUENDO I CONSUMI a favore dell’AUMENTO DELLE SCORTE DI GRASSO.

Le “diete” fanno perdere inizialmente e velocemente molti chili grazie a 2 fattori:

  1. FAME. La fame si tiene a bada grazie alla forte motivazione iniziale sostenuta anche e proprio dalla gioia dei primi immediati risultati sulla bilancia.
  2. CONSUMI. Il corpo ci mette un po’ prima di “diminuire i consumi”. Sarebbe il famigerato “rallentamento del metabolismo”. Un fenomeno che avviene attraverso l’influenza dei centri nervosi dello stress (ipofisi ed ipotalamo) sulla stufa metabolica (la tiroide). Questa influenza avviene in piccola misura (e questo sarebbe un bene) ma con costanza (e questo è un disastro alla lunga) quando lo stress da dieta/carestia diventa prolungato cronicizzandosi. Di questo “rallentamento metabolico” vi parlerò in un prossimo articolo del Magazine trattando il famoso Minnesota Starvation Experiment (2)

“la dieta funziona, basta non avere appetito” (3)

Alla lunga la perdita di peso si fermerà e si avrà sempre più fame. I dati statistici (poco diffusi dai media) parlano chiaro: a fine 2010 in Francia l’Agenzia per l’Alimentazione ha concluso che le 15 principali diete dimagranti in uso falliscono nel 80 % dei casi nell’arco del primo anno, nel 94% dei casi in 2 anni e tenetevi forti falliscono nel 100% dei casi dopo 5 anni!! (4). Questi dati sono in linea con quanto già documentato quasi 10 anni prima nel 2001 quando si evidenziò negli USA che dopo 4.5 anni dal completamento di una dieta ipocalorica si recuperava in media il 97% del peso (5).

Se nei fianchi e nei glutei sarà chiaro a tutti cosa rimarrà scolpito a lungo termine dopo la dieta invece nella mente rimarranno scolpiti:

  1. Un ricordo bellissimo di euforico successo dei primi tempi in cui tutto funzionava magicamente. I chili sparivano come la neve al sole e la fame era un ostacolo che si superava di slancio sentendosi padroni di stessi!!
  2. Una nostalgia malinconica di quel periodo da sogno che di colpo è sparito nel nulla.

Secondo voi sarà più facile per la mente andare a ricercare nuovamente un periodo magico come quello iniziale sperando inconsapevolmente che questa “sia la volta buona” oppure razionalmente dirsi dopo il trentesimo fallimento che il principe azzurro non esiste già bello che pronto ma che va “costruito” con costanza e pazienza?

Il primo periodo delle diete è proprio simile all’innamoramento. Si è in estasi di fronte all’aspettativa del risultato finale di un corpo fantastico illusi dai primi incoraggianti risultati. Ci si nutre anche solo di buoni sentimenti e si sperimenta una fase bellissima della vita. E’ come trovarsi di fronte ad un partner che fa lo spogliarello lasciandoti immaginare sempre di più il suo corpo……fino a che quando finalmente devono cadere gli ultimi definitivi vestiti e tu, perso dall’eccitazione, scopri che si è rivestito in un lampo ed è scappato con il tuo portafogli! Sognerai sempre quel momento eccitante e la pulsione e la speranza ti riporterà a perdere altri portafogli! Sessualità e cibo muovono le leve delle emozioni più forti. Se da un lato ci sono persone che “cadono” per decine di volte negli stessi tipi di diete “miracolose” uscendone sempre più provate fisicamente e psicologicamente ci sono dall’altro lato donne e anche uomini intelligentissimi che si “imbarcano” regolarmente più e più volte negli stessi tipi di relazioni amorose, o solo sessuali, distruttive.

Rimane un ricordo euforico di successo e finita la dieta ci si abbuffa più di prima recuperando i chili con gli interessi. Questo è il famigerato effetto “yo yo” delle ripetute diete fallite ed è dovuto all’aumento del numero di cellule preadipocitarie che diventano veri e propri adipociti nei periodi di abbuffate (6). Alla fine ci si ritroverà grassi più di prima e profondamente tristi. L’unica cosa che consolerà e darà speranza sarà il ricordo di come all’inizio si fosse riusciti a perdere veramente in maniera miracolosa dei chili (che ricordate non vuole dire affatto dimagrire di grasso). E allora si ripartirà alla ricerca di un’altra dieta miracolosa, che faccia rivivere quel periodo iniziale d’ illusorio successo con una compulsività ben nota anche a chi abbia patito di dipendenza dal gioco d’azzardo.

Io spero che da oggi quando vi troverete di fronte ad una dieta “miracolosa” magari pure “fai da tè” siate colti dalla preoccupazione invece che dall’eccitazione e possiate guardarvi intorno con più lucidità.

Dott. Riccardo Ferrero, psicologo, psicoterapeuta,

master di II livello in PsicoNeuroEndocrinoImmunologia,

esperto in psicologia dello stress e del dimagrimento

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1 .S. J. Guyenet “Il cervello affamato” Aprile 2017 Newton Compton editori. L’autore è un chimico e neurobiologo di affermata esperienza nella ricerca dei meccanismi nervosi della nutrizione.

2 A. Keys, J.Brozek, A. Henschel “The biology of human starvation” 1950 University of Minnesota Press. Forse la ricerca più famosa sugli effetti della deprivazione di cibo effettuata a ridosso della seconda guerra mondiale.

3 Matteo Pacini “Dipendenza da cibo” 2010. Caravaggio Editore. Sintetico e densissimo libro dello psichiatra Pacini che analizza l’appetito alla luce della sua esperienza con le tossicodipendenze.

4 J.P. Zermati, G.Apfeldorfer “Bugie, dieta Dukan e altre sciocchezze” 2013 Rizzoli. Due autorevoli medici tracciano la storia e le debolezze delle diete più famose.

5 J.W. Anderson et al “ Long term weight loss maintenance: a meta-analysis of US studies” 2001 Am. J. Clin. Nutr N°74

6 M. Brack e A. Cocaul “ Depurate il grasso interno” 2018 Edizioni l’età dell’acquario. Gli 2 medici specialisti di fama internazionale nella prevenzione dello stress ossidativo e della obesità: prescrivono alle persone che vogliono perdere grasso di interrompere qualsiasi dieta che stia facendo perdere peso troppo in fretta!