Lo stress è una risposta di attivazione del corpo e della mente legata ad un problema da affrontare. Con la parola “problema” in realtà si intende un qualunque evento che perturbi il campo nel quale vive l’organismo. Sudare è un cambiamento dell’equilibrio idrico del corpo che si spera metta in moto la sete; avere freddo è un cambiamento dell’equilibrio termico che si spera metta in moto il tremore dei muscoli, arrivare alle ferie è un cambiamento radicale della quotidianità dei mesi precedenti (o anni per alcuni meno fortunati), che si spera metta in moto corpo e cervello per godersele al massimo, la morte di un figlio è l’evento stressante statisticamente più potente, perché mette in moto delle reazioni fisiche e psichiche, per risolvere un problema grande e irrisolvibile, perché purtroppo non si può andare indietro nel tempo.
Attraverso lo stress l’organismo dice : “C’è una novità! Occupiamocene!”.
Per la vita è importante la capacità di mettere in moto lo stress, perché contiene:
- La capacità di accorgersi che c’è un “problema” che sta mettendo in discussione uno o più aspetti dell’ambiente interno (il corpo) o esterno in cui viviamo;
- La capacità di reagire rispondendo, cioè mettendosi in moto!
E’ salutare tanto più quanto c’è un equilibrio tra queste sue componenti:
- Importanza del problema percepita soggettivamente;
- Consapevolezza soggettiva di avere le risorse per risolvere il problema;
- Numero di problemi soggettivamente percepiti in contemporanea;
- Numero di volte consecutive in cui si ripresenta il problema soggettivamente percepito.
Le vacanze dovrebbero essere una piccola fonte di stress? Di solito ma non per forza! Se per me questo “problema” è di una importanza vitale perché mi ci gioco il ruolo di padre e marito ideale, dopo 11 mesi che non sono mai stato “con la testa” in famiglia, perché preso dal lavoro e:
- temo di non avere il denaro ma anche la pazienza (risorse) per affrontare il primo imprevisto che possa accadere;
- mentre mi occupo del problema di fare il papà e marito modello voglio anche viziare me stesso facendo tanto sport e contemporaneamente non far sentire mia madre di 90 anni come fosse abbandonata a casa da sola (problemi in contemporanea);
- ogni momento della vacanza mi ricorda che l’immagine che ho e che do di me stesso è appesa ad un filo (ripresentazione del problema, allora la vacanza sarà uno stress enorme PER ME! Non sono le vacanze di per se ad essere stressanti ma le attribuzione soggettive dategli dalla singola persona. Di sicuro persone diverse riuscirebbero a viversi la stessa vacanza attribuendogli meno significati di minore importanza godendosi il relax.
Quindi la prima cosa da imparare è che lo stress è per il 10% ciò che ci capita e per il 90% come reagiamo. O per dirla come il filosofo Epitteto: “non sono gli eventi a tormentare le persone ma il significato che essi gli danno”. Ciò vale sempre per qualunque problema ci si prospetta anche se ovviamente in misura variabile a seconda dei problemi (la morte di un figlio è l’esempio estremo). Gli eventi che trasmettono tanti, forti, ripetuti e continui messaggi di minaccia alla propria incolumità o di chi ci è caro sono quelli più difficile da gestire soprattutto se associati alla impossibilità di poter fare qualcosa di concreto per salvarsi. E questa è la situazione in cui ci si può trovare oggi in Italia (ma non solo) rispetto all’epidemia da Coronavirus.
Eventi drammatici e effetti dello stress
Le situazioni percepite come “catastrofiche” hanno spesso un doppio impatto sulla salute:
- le vittime dirette del disastro. Possono essere i morti causate dai crolli di un terremoto o dalla infezione di un virus come nel nostro caso;
- le vittime indirette causate dai danni che lo stress troppo forte e sperimentato per troppo tempo provoca all’organismo.
Lo stress di alta intensità e prolungato (distress) ha un impatto enorme sulla mortalità a causa della disregolazione dei meccanismi che gestiscono i livelli infiammatori sistemici (di tutto il corpo). Inoltre ha un impatto importante proprio sul sistema immunitario (che ha nelle infiammazioni il suo “braccio armato”) che nel caso del Coronavirus invece deve essere al massimo dell’efficienza sia per tutelare se stessi sia per limitare il contagio agli altri .
Quindi in questo momento il prendersi cura dello stress per regolarlo entro limiti meno patologici è un dovere non solo nei propri confronti ma anche verso la collettività. E se lo stress patologico attraverso la disregolazione infiammatoria mina il corpo ed il sistema immunitario, bisogna ricordare che il nostro corpo non lavora mai a compartimenti stagni. Per cui le infiammazioni e la funzionalità immunitaria sono potentemente regolate anche dall’alimentazione e dall’attività fisica e dalla cura dell’intestino, che a loro volta influenzano il cervello rispetto alla modulazione dello stress che a sua volta influenza l’alimentazione, la voglia di muoversi e dei benefici che ne vengono e lo stato di salute delle mucose intestinali e della sua flora microbica. Quindi un continuo influenzarsi a vicenda, fra parti opposte dell’organismo che spiega come mai un articolo del genere sia scritto da due figure apparentemente così diverse quali uno psicologo e una biologa.
Prendersi cura dello stress.
Ci possono volere anni per imparare i metodi principali per la gestione dello stress e poi non donarsi il tempo di applicarli stando male.
Ci possono volere pochi minuti per imparare una tecnica di gestione dello stress per poi applicarla con metodo tutti i giorni, più volte al giorno motivati dal volersi e voler bene,
- Lo stress passa per la rappresentazione mentale della minaccia che attiva il corpo.
- Lo stress passa dalla attivazione del corpo che genera la rappresentazione mentale (o l’emozione) della minaccia.
Sono entrambe affermazioni vere!
- La minaccia stressante è psicologica. Ogni volta sarà vissuta ad esempio come un pensiero o immagine intrusiva e disturbante che a forza si infila nella testa mentre potremmo stare sereni. Così mi vado a fare una passeggiata (col cane altrimenti mi arrestano) per rilassarmi e invece sentendo un’atmosfera irreale in cui non vola una mosca penso subito mia malgrado all’epidemia con tutti i sui correlati angoscianti (stress, ansia e angoscia sono parenti stretti).
- La minaccia stressante è corporea. Ogni pericolo stimola il nostro corpo a reagire ad esempio respirando più velocemente per far entrare più ossigeno che servirà ai muscoli per attaccare o fuggire. Ma ogni alterazione della respirazione è un segnale di minaccia attivante. Avete mai preso un medicinale che vi fa mancare il fiato o vi aumenta il battito cardiaco? Vi ricordate l’immediata sensazione di terrore che vi ha causato?
Una tecnica corporea e una psicologica
- Impegnatevi più volte durante la giornata ad osservare con “anima e cuore” un qualcosa di pacifico o piacevole che state facendo. Potrà essere il cibo che mangiate, la doccia calda nel vostro bagno, il sole sulla pelle durante una passeggiata o l’aria fresca che passa nel naso. Ogni volta che “brutti pensieri” inevitabilmente vi disturberanno, dovrete essere soddisfatti di esservene accorti e con dolcezza ritornerete ad osservare ciò che vi eravate prefissati. Fosse anche che ci riusciate solo per un secondo in più di prima sarà un successo. Questo rieducherà gentilmente il vostro cervello, se fatto più volte, a diminuire gli episodi in cui durante la giornata “partirà” a pensare alla minaccia, anche quando nessuno lo invita a farlo (tipo il telegiornale) e non è di nessuna utilità farlo (cosa invece utile se siete in coda alla cassa per evitare di contagiare i vestiti)! Ciò che rende devastante lo stress è la ripetizione all’infinito della minaccia. Per il nostro cervello, che sia davvero il signor Coronavirus in giacca e cravatta che bussa alla porta o siamo solo noi a temerlo, o immaginarlo, poco cambia! Ma non posso dirgli di non pensarlo perché farebbe l’effetto opposto. Allora mi esercito/alleno di proposito a “stare” sugli stimoli non minacciati del momento presente, tollerando quando i pensieri “brutti” si ripresentano, felice anzi di essermene accorto!
- Prendetevi l’impegno più volte durante la giornata, in qualunque situazione, a respirare come se doveste annusare l’odore dell’aria, rigorosamente dal naso. Ciò vi porterà automaticamente ad inspirare in maniera più soddisfacente ed espirare più lentamente, come per godere al massimo dell’odore (meglio profumo) percepito. Il messaggio che istantaneamente verrà inviato ai centri nervosi dello stress, sarà che “la fuori” non ci sono pericoli che richiedano di “ingollare” aria a più non posso, sacrificando l’espirazione.