Presenta: Tito Giraudo Centro Pannunzio

Opinionista e saggista

Elsa Fornero

È membro del Collegio docenti del dottorato in Scienze economiche dell’Università di Torino e del dottorato in Social Protection Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università di Maastricht),

Già Ministro del lavoro e delle politiche sociali

Carmine Festa:  capo redattore edizione Torino del Corriere della sera

Andrea Bozzo: È consulente del Mimaster di illustrazione di Milano e dal 2016 disegna la prima e l’ultima pagina di Linus.
Coordina il dipartimento di Communication and Graphic Design dello Iaad di Torino dove è docente di Art Direction. Insieme a Fernando Masullo ha pubblicato “Mr. President Da George Washington a Donald Trump”, i ritratti di tutti i presidenti degli Stati Uniti, che sono stati pubblicati sul Venerdì di Repubblica.

Prefazione
Luciano Fontana*, Direttore del Corriere della Sera.
Pensare al futuro, pensare a chi verrà dopo di noi. Sembra una banalità,
una frase da ripetere per sentirsi meglio. Ma è il cuore che dovrebbe
caratterizzare una buona politica e una buona cittadinanza. Tutti
i comportamenti di chi guida la cosa pubblica e i nostri gesti nella vita
quotidiana. C’è un piccolo episodio, raccontato in questo nuovo libro
di Benedetta Cosmi, che racchiude meglio di ogni altro il significato di
“bene comune”. Una bambina che sta finendo l’ultimo anno di scuola
materna chiede alla mamma di organizzare una raccolta fondi per comprare
un nuovo scivolo all’asilo. Il vecchio si è rotto. All’obiezione della
madre che il prossimo anno lei non sarà più in quella scuola la bimba
risponde dando una lezione di bene comune: “Ma voglio lasciarlo agli
altri bambini, non voglio che abbiano uno scivolo rotto”.
È un esempio di come dovremmo sempre pensare al futuro. Ci sono
contestazioni e polemiche, ad esempio, sulle parole d’ordine e sulle ricette
costose nell’immediato delle manifestazioni ambientaliste promosse
da Greta. Ma non c’è dubbio che anche in questo caso lo sguardo è rivolto
a chi verrà dopo di noi, mette al centro l’irresponsabilità di bruciare
risorse, distruggere ambienti che i nostri figli pagheranno caro. Il “bene
comune” in questo caso sono i tanti gesti di attenzione quotidiana e le
enormi trasformazioni indotte dall’economia circolare e del riutilizzo.
È difficile discuterne in un’era in cui domina la politica dell’immediatezza,
in cui le partite del consenso elettorale si vincono con ricette
facili da propagandare anche se inutili, battute a effetto che ottengono
audience televisiva e like sui social. Dove lo scopo fondamentale sembra
essere quello di mettere nell’angolo l’avversario con progetti roboanti
e definitivi che il giorno dopo verranno abbandonati per passare ad
altro, senza che nessuno mai paghi per l’inutilità delle proposte.
* Direttore del “Corriere della Sera”.
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Il libro di Benedetta Cosmi ci porta invece nel territorio della serietà
dei problemi che dobbiamo affrontare: calo demografico, mancata crescita
delle imprese, istruzione inadeguata, tasse alte e disoccupazione
insostenibile soprattutto tra i giovani. E un mercato del lavoro che penalizza
le donne e non dà reali occasioni di crescita a ragazzi, spesso
anche impreparati rispetto alle esigenze delle aziende.
Un vero e proprio programma di lungo periodo, tra nuovo welfare
e attenzione ai luoghi e alle infrastrutture, molto controcorrente rispetto
alla facilità del dibattito attuale che non riesce a dare risposte convincenti
ad alcune semplici domande: perché non cresciamo più da venti anni?
Perché non riusciamo a sfruttare l’enorme capitale creativo del Paese?
Come affronteremo il fatto che siamo diventati un “Paese per vecchi”?
Nelle pagine troviamo analisi, proposte e interventi di personalità
impegnate nei diversi settori della nostra vita civile, sociale ed economica.
Un capitolo è dedicato anche all’idea di Benedetta Cosmi di
un “giornalismo costruttivo”. Un giornalismo che prende a cuore un
problema e lo segue fino alla sua conclusione positiva, fino a quando le
risposte pubbliche e private che quel problema pone non saranno arrivate.
Anche qui siamo nel territorio del “bene comune” che può essere
favorito da un’attività rilevante come l’informazione dei cittadini. Ponendo
domande, originando risposte, sollecitando conclusioni. E lavorando
tanto su quelle buone pratiche, sulle buone notizie di cui l’Italia è
piena e che spesso non vengono valorizzate. D’altra parte anche questo
è pensare al futuro.