Una prima lettura delle disposizioni rese note dal Governo per porre un argine alla crisi cui vanno incontro le attività produttive e commerciali, in seguito alla contrazione seguita alle misure adottate per fronteggiare i rischi alla salute, conseguenti al diffondersi del Coronavirus, non sono state accolte con entusiasmo dalle regioni interessate, dalle organizzazioni imprenditoriali e dai sindacati.

Stanno invece crescendo i timori, anche per le decisioni drastiche che provengono da altri importanti Paesi che stanno innalzando un cordone sanitario verso il nostro Paese. Pubblichiamo l’analisi elaborata da Mino Giachino.

La prima battura di Giachino è lapidaria e già sintetizza l’accurata analisi:

“Il Governo, purtroppo, non ha ancora ben compreso gli effetti economici pesantissimi del Coronavirus accentuati anche dall’eccessivo allarmismo.” 

Ma entriamo nel dettaglio.

“Nella economia globale, vicende come il Coronavirus , producono effetti 100 volte superiori al passato sia perché è più facile allargare il contagio sia per gli effetti economici che coinvolgono maggiormente le economie aperte al mercato mondiale.

Il nostro Paese, che negli ultimi dieci anni è stato tenuto a galla dal forte aumento delle esportazioni, ne subirà le conseguenze più di altri. 

Allo stesso modo che il coronavirus pesa di più sulle persone anziane con patologie, allo stesso modo gli effetti economici per un Paese come l’Italia che ricava dalle Esportazioni più di 1/3 del proprio PIL e che presenta ragioni di debolezza strutturale aggravatisi negli ultimi anni, dall’aumento del Debito Pubblico alla bassa produttività, dall’aumento della spesa pubblica al peso eccessivo della burocrazia, dalla carenza di infrastrutture a un sistema manifatturiero che si è rinnovato troppo poco, gli effetti economici per noi saranno molto alti.

Il Governo non lo ha capito subito al punto che il primo Decreto economico ha interessato solo le zone rosse e con misure molto deboli.

Gli effetti sulle importazioni e sulle esportazioni in tutto il Paese a partire dai porti e dalle aziende logistiche che si occupano dei servizi alle spedizioni internazionali invece si sono già fatti sentire ma si faranno sentire ancora di più.

L’annullamento delle Fiere internazionali danneggerà l’annata del settore del mobile , dell’auto già in difficoltà per la transizione all’elettrico.

Il 2020 non solo non sarà bellissimo ma rischia di essere nerissimo se non si prendono subito le misure migliori.

Intanto occorre sapere che da 10 giorni moltissimi esercizi commerciali hanno una decurtazione dei  loro incassi che va dal 20 al 70% 

In questa situazione misure fiscali diluite nel tempo sono un palliativo e  rischiano di far saltare aziende e posti di lavoro.

1)-La misura migliore è la sospensione del pagamento delle cartelle esattoriali e delle bollette per 3-6 mesi. 

2)-La seconda è un forte aumento del Fondo di Garanzia al credito utilizzandolo per garantire prestiti mutui bancari che consentano alle aziende di far fronte ai debiti con il fisco perché , anche grazie alle  norme della Legge di Bilancio, moltissime aziende con debiti verso i Comuni o la Agenzia delle Entrate, subirebbero il blocco dei conti correnti e verrebbero strozzate sino alla chiusura.

Bella la iniziativa di UNICREDIT che mi auguro venga copiata anche dalle altre Banche soprattutto quelle che hanno annunciato Utili miliardari.

3)-Per le aziende collegate al sistema import export occorre prevedere una misura che incentivi al massimo le missioni all’estero e la presenza alle Fiere internazionali.

I porti che sono il punto più importante dell’import e dell’export vanno aiutati con la immediata entrata in vigore dello “Sportello unico dei controlli” alla merce , una norma a costo zero che ci darebbe una forte competitività. 

I danni alla economia italiana sono più vicini ai 10-20 miliardi di quanto si era pensato.

4)-Ecco perché occorre sbloccare subito gli investimenti pubblici a partire dalle opere che più di altre fanno aumentare la crescita della economia e del lavoro. 

La Nuova Diga al porto di Genova, la Gronda di Genova, la Asti-Cuneo, la linea AV da Brescia a Trieste sono solo alcuni degli interventi che possono dare una spinta alla nostra economia e al lavoro. Dare il via ai lavori di Manutenzione straordinaria della rete stradale e autostradale italiana a partire dai 157 ponti e viadotti insicuri.

Oltretutto nel Paese il clima verso le Opere pubbliche è notevolmente migliorato  grazie alle nostre Manifestazioni SITAV che non solo hanno sbloccato lavori per miliardi sia dal lato italiano che da quello francese ma soprattutto hanno messo fine alla stagione dei No a Tutto.

Se il Governo ascolterà maggiormente le competenze che non ha al proprio interno ne troverà grande giovamento un Paese sfiduciato e allarmato”.