“È men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore.” – Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame.
Ammettiamolo, è un periodo complicato. Però, purtroppo, c’è chi lo vorrebbe complicare ulteriormente: ancora oggi, arrivano a frotte catene e messaggi che minano alla nostra serenità psicologica proponendo alternative fantasiose alla scienza, dubbi creativi che tendono paurosamente al complottismo e una quantità di fake news tremenda. Davanti a tutto ciò, una piattaforma è incredibilmente più potente delle altre: WhatsApp. Perché? Per una questione di economia cognitiva. Non importa quale sia il contenuto, ma se inoltrato da una persona di cui generalmente ci fidiamo, il nostro inconscio tende immediatamente a crederci, che sia o meno la nostra volontà.
Freud asseriva infatti che: “in un periodo futuro, chi saprà utilizzare l’arma della suggestione, governerà il mondo” (dovete perdonare la mia traduzione poco consona dalla lingua originale), quale momento, in cui si è emotivamente più fragili, di adesso? Quale momento, in cui si è portati ad un utilizzo maggiore dei social network, di ora (e sì, WhatsApp è un social network, che lo vogliate o meno…)?
In questi giorni ho sentito frasi come “ah si io non giro mai nulla, leggo solo e ringrazio”, ed è proprio questo il problema, la passività nei confronti della disinformazione è ciò che la alimenta, che fa sentire chi ti ha mandato questa informazione più “colto” e più “furbo” proprio per il fatto di avertela mandata.
Però, non è così che si fa.
Non è così che un mondo di ragionevolezza e di uomini con un briciolo di cervello dovrebbe girare.
Quindi, ecco a voi, il vaccino per la vostra stupidità, cari diffusori di catene.
Ecco a voi, il rimedio finale al catenavirus, nell’era del coronavirus:
- Date per scontato che se c’è scritto “inoltrato” sopra il messaggio che vi è stato girato, c’è un 99% di probabilità che sia falso. Bertrand Russell diceva: “Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.
- Anche se innocuo e carino, un link resta sempre un link, e qualcuno, perciò, ci sta guadagnando: evitate di inoltrare link di video “belli e simpatici” solo perché avete l’irrefrenabile voglia di condividere questo bel video di quando “c’era la guerra e dovevamo fare questo e quell’altro” oppure di “gattini per il coronavirus”.
- Condividere è infettare, ma leggere è essere infettato: come ho già detto, leggere una teoria del complotto è automaticamente farne parte. La facoltà di giudizio è spesso offuscata dalle parole e dalla suggestione emotiva.
- Se proprio non resisti alla lettura di un bel saggio di quanto “le vitamine facciano bene al sistema immunitario contro il coronavirus”, prova a inserire qualche parola di quella catena in siti di fact-checking e debunking di bufale come bufale.net, butac.it oppure inserendo su Google la ricerca, e valutando con la ragione ciò che si trova (in questo periodo il ministero della salute italiano pubblica un blog giornaliero con le bufale che circolano e le risposte scientifiche ad esse, vi consiglio un salto). Siti come open.online propongono dei numeri di WhatsApp a cui si possono inviare le catene per farle valutare da esperti del campo come medici e ricercatori, e una lista delle bufale sul covid-19 più diffuse di sempre.
- Se siete stati contagiati dal catenavirus, c’è un solo rimedio: dite di NO! Vi arriva una catena? Rispondete educatamente che probabilmente non bisognerebbe inoltrare certe sciocchezze, e se proprio l’inviante non vuole capire, rimandategli qualche articolo di debunking sull’argomento, sono sicuro che si sentirà umiliato.
- Pensate, prima di agire: un medico manderebbe mai delle informazioni di vitale importanza facendole circolare tramite WhatsApp? Lo farebbe il governo, una compagnia farmaceutica o una persona di tutto rispetto? Credo proprio di no: accade molto spesso l’inverso, e cioè che medici e governi debbano smentire catene perché minanti alle fondamenta dei principi di verità su cui si basa il loro lavoro.
Nell’era della società liquida, siate come i salmoni, che risalgono il corso del fiume controcorrente: non abbiate paura di dubitare, di pensare e di discutere ma non dubitate in modo assoluto, perché la verità sta sempre nel mezzo, se riusciamo a definire i due lati della retta.
Ogni qual volta condividete una catena o una notizia chiaramente falsa, aumentate il rischio sociale di una pandemia informativa. Spesso, dietro quel messaggio che state per inoltrare, si mascherano intenti ben più malvagi del divertimento e della disinformazione, che potete evitare nella semplice azione di far niente.
Se volete davvero rispettare il lavoro che medici, ricercatori e persone sul fronte stanno facendo per tutti noi, fate in modo di non commettere queste azioni qui indicate e diffondere il nuovo catenavirus.
Nel caso in cui siate stati contagiati, buon per voi! Per me potete continuare a fare gargarismi con la candeggina: io sarò qui, a bermi un buon caffè.