Interessante confronto a più voci nell’Aula Baratto di Ca’ Foscari a

Venezia per gli Stati Generali delle Donne con una riflessione sul

tema “Professioni donna – Imprenditoria Femminile” . Tra gli

interventi di maggiore interesse quello di Dewi Van dev Weerd,

vice Ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi, che ha posto

l’accento in particolare sulla sempre più impellente esigenza di

promuovere l’imprenditorialità femminile, tema su cui si è soffermata

con particolare approfondimento Isa Maggi, Coordinatrice degli

Stati Generali delle Donne, la quale ha ribadito la pressante esigenza

d’infondere nelle donne “coraggio ed entusiasmo per mettere in

pratica le idee che hanno già maturato.” L’identikit dell’imprenditrice –

secondo la Maggi – è quello di una donna in cui persistono elementi

contraddittori che però riescano a coesistere. La donna imprenditrice

è ad un tempo convenzionale e statica, ma anche innovativa e dinamica,

tradizionale e conservatrice, moderna ed esploratrice. Per le imprenditrici

il successo è costituito da un mix di caratteristiche personali, la più

importanti delle quali è la capacità di assumersi responsabilità.

Di particolare interesse l’intervento di Maria Cristina Gribaudi che ha

raccontato la sua esperienza di manager aziendale abbinata al ruolo di

donna, moglie e madre, con tutte le difficoltà a far coesistere i vari

aspetti. Una storia interessante, che rispecchia quella di tante altre donne

che fondono ruoli di alto impegno professionale con aspetti privati e

familiari e che la Gribaudi ha raccontato in suo interessante volume

autobiografico “L’altalena rossa.”

Il discorso si è poi allargato al piano dei nuovi linguaggi della comunicazione

oggi, tra cultura e apparire, tematica sviluppata da Annella Prisco, che

ha lanciato, col suo intervento, un grido d’allarme sulla sempre più evidente

crisi d’identità dell’individuo nella società globalizzata in cui viviamo, una

società in cui prevale spesso uno stato di dilagante sottocultura, perché molti

purtroppo identificano la parola cultura con il proprio apparire, senza alcun

approfondimento dei contenuti, con approccio superficiale a tematiche che

richiederebbero ben altro studio e preparazione.

La Prisco ha sottolineato le forti responsabilità legate al web che alimenta

quella sete di apparire stravolgendo una serie di piani ed alimentando il

bisogno di auto affermarsi e celebrarsi, scivolando molto spesso in forme

di vera e propria sottocultura.

L’incontro di Ca’ Foscari, coordinato da Ivana Padoan, Docente presso il

Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Ateneo Veneziano, e che ha visto

anche la partecipazione di Claudia Segre, ha fornito agli addetti ai lavori

e all’attento e numeroso pubblico presente in sala, una chiave di lettura per discutere

di tematiche di grande attualità, ma ancora troppo spesso trascurate.

(ANNELLA  PRISCO)