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La crisi che stiamo vivendo legittima l’individuazione di una
nuova forma sociale, quella della “Banalità del potere”, analoga alla
categoria dell “Banalità del male”, analizzata da Hannah Arendt a
proposito di Eichmann. Questa forma si presenta con annunci in tono di
‘pluralis majestatis’, del tipo “Noi consentiamo”, “Noi concediamo”, come
se i diritti fossero prerogativa ‘octroyée’ di stampo o regime ‘ancièn’
e autoritario. Oppure: “È’ consentito ai congiunti”; “Non è concesso
agli anziani”; “Si concede alle relazioni stabili, l’incontro”; “Non si
consente ai preti”, e via dicendo. Oppure ancora: “Combattiamo la
burocrazia”; ma con tono gelido del peggior burocratismo, e nel mentre si
moltiplicano gli enti e gli effetti della burocrazia ( comitati di esperti
o tecnici,o “medici consultori” come li chiamava ironicamente Croce ). O
si pagano tutte le spese ai militari russi il cui arrivo in Italia è
stato autorizzato dal premier Conte ( e si tace sulle minacce gravissime
ai giornalisti della “Stampa”, come Jacoboni e altri, per aver sollevato
qualche dubbio sulla operazione “Dalla Russia con amore” ). E se fossimo,
invece, in presenza dell’orwelliano “linguaggio capovolto”, del tipo “War
is Peace”, o del modello “Pacifistes contre la Paix”, coraggiosamente
denunciato dal dissidente Vladimir Bukowskj ? Il liberale diffida del
potere e dei suoi abusi; di questo ammantarsi di alti propositi e decadere
in condizioni burocratico-poliziesche; della sproporzione tra mente e
animo, coperta di gelido rapporto amministrativo ( i ben noti, e
reiterati, “dpcm”, o decreti del presidente del Consiglio dei ministri ),
oltrepassando il Parlamento. Mi sta in mente l’appello al “mondo della
vita” husserliano, rivendicato dal filosofo ceco Jan Patocka, tra i
firmatari della “Charta 77”, ucciso dalla polizia Ceca nel corso di un
interrogatorio, il quale si opponeva al mondo totalitario del regime
burocratico-poliziesco. Perciò: la “Banalità del potere”, oggi,
costituisce il grave pericolo per la concezione liberale delle istituzioni
e del consorzio civile. Giuseppe Brescia – Società di Storia Patria per
la Puglia