Sono convinta che, quando questa drammatica emergenza sarà finalmente finita, come in un film del Surrealismo, non si ritornerà come prima. La Società ne uscirà profondamente trasformata, sia dal punto di vista economico, sia, soprattutto, sotto l’aspetto umano.
Non ne risulterà rafforzata la solidarietà tra le persone, che noto essere molto forte in piccole realtà cittadine come quella toscana, dove sono recentemente stata, in cui il Sindaco, tra l’altro medico, ogni giorno entra nelle case con un video, in cui cerca di rasserenare i cittadini, pur fornendo loro una corretta informazione. L’isolamento forzato, cui dobbiamo e stiamo giustamente adattandoci, inasprira’ i lati peggiori del nostro carattere. Magari in taluni potrà generare depressione. Ma ciò che ritengo più preoccupante è il fatto che i giustamente mancati abbracci di oggi non si trasformeranno, secondo me, in rinnovati abbracci verso l’altro, una volta che saremo usciti dal tunnel. Come quei popoli che hanno dovuto per la loro pura sussistenza alla ricerca del cibo, e si sono inaspriti, così noi ne usciremo probabilmente consci del vero valore delle cose, ma più diffidenti e molto meno solidali nei confronti del prossimo che, oggi, viene spesso visto dall’altro come un potenziale nemico ed untore