Dalle montagne al mare esistono paesini in cui il tempo sembra essersi fermato, con stradine, botteghe di artigiani, romantici balconi fioriti e panorami che tolgono il respiro. Sono i borghi italiani, amati dagli stranieri ma poco valorizzati dalle istituzioni. Eppure, sono depositari di una storia minima che costituisce l’humus della nostra identità Nel cuore del Parco Regionale dei Monti Picentini, il borgo di Castiglione del Genovesi, in provincia di Salerno, è di origine antichissima, fondato dai Picentini, profughi dalla loro città Picentia, distrutta durante la guerra del 268 a.C. Palazzi antichi, viottoli, chiesette settecentesche raccontano di un passato arcaico e di un’intensa vita religiosa e artistica. Storia e cultura immerse in un paesaggio straordinario e ben conservato, che un progetto di valorizzazione, ideato e promosso dall’Ass.ne Ràreca e dalla società Tour Operator Cowotur, media patners l’Associazione QuoVadis, intende portare all’attenzione di un ampio pubblico. “Borgo Genovesi” promuove un turismo ecologico, nel rispetto dell’ecosistema e del tempo lento. Una sosta attenta per ascoltare le storie antiche e perenni della natura, degli dei e degli uomini che hanno popolato terre nobili e ingiustamente dimenticate. Tutta la comunità diventa ospitante e protagonista, accoglie e vive, insieme ai visitatori, la vita del borgo perché i luoghi sono inseparabili dalle persone che vi abitano. Un incontro dal quale scaturisce un modo nuovo di conoscere il territorio, di apprenderne le tradizioni, le bellezze e le particolarità. Chi deciderà di “sostare” almeno un fine settimana, avrà la possibilità di partecipare a una vasta gamma di “esperienze” negli scorci più suggestivi del paese. L’ospite potrà scegliere tra diverse aree d’interesse: benessere, ecologia e ambiente, creatività, arte, enogastronomia. Dall’11 luglio al 27 settembre, ogni fine settimana vedrà le strade, le corti, i vicoli del borgo castiglionese, scenario di creatività, di svago e divertimento o di puro relax. Sperimentazioni immersive e genuine che soddisfano tutti i sensi, dai rumori degli antichi mestieri alla musica dei boschi, dai sapori delle specialità dolciarie, crespelle e calzoncelli, a base di nocciole e castagne, al gusto delle ricette stagionali . Giustino Fortunato storico e naturalista che attraversò a piedi gran parte dell’Appennino Meridionale, percorse i numerosi sentieri che attraversano, da Cava dei Tirreni a Punta Campanella, il territorio montuoso dei Picentini. Tra questi uno dei cammini che passa da Castiglione del Genovesi è il Percorso Panoramico, poi suddiviso in diversi itinerari, quello che sale al Monte Tubenna e il Cammino del Monte Monna che culmina con una spettacolare vista sul Golfo di Salerno: “…salendo per le falde di quel vario andirivieni, che da ogni lato si contorna più o meno alpestre ma sempre ricco di vedute, – racconta -si scorge come per incanto l’azzurro specchio dell’acqua distendersi qua e là a perdita d’occhio, e la riva sottoposta accerchiarsi in mille guise di rupi stagliate, di prode luccicanti, di cupi recessi dal color verde smeraldo o cobalto di lapislazzuli…”. Castiglione del Genovesi è anche il paese natale del filosofo-economista Antonio Genovesi, sommo esponente dell’Illuminismo partenopeo. Partendo dalla sua casa natale, nella parte più antica del centro storico, fino alla Piazzetta della Felicità, realizzata in sua memoria, si percorre un piccolo viaggio nel tempo, accompagnati dalle sue parole e dai suoi modernissimi concetti filosofici. Parlava di felicità e d’impegno per cambiare la società, li associava all’essere sociale dell’uomo, al suo far parte della comunità civile: “proprio grazie alla naturale inclinazione alle virtù e grazie all’educazione e al quotidiano confronto con gli altri, non solo ogni persona cercherà la propria felicità, ma poiché la società o corpo politico è formato da persone, “tutto il corpo politico e ciascun membro è nell’obbligazione di fare quanto è dalla sua parte… per la comune prosperità”. E se qualcuno non è in grado per ragioni di salute o altro di cercare la propria felicità e di conseguenza quella sociale, deve scattare quel legame profondo che unisce tutti gli umani, “ l’obbligazione di soccorrere”… Questo diritto, che chiamasi Umanità, non è diritto di una parte degli uomini, ma comune del genere umano”. Un’ottica mutualistica dell’economia e del governo dei popoli che oggi riacquista un senso attualissimo e profondo, perché rimette al centro dell’azione comune valori e virtù civiche, la promozione dell’educazione e della cultura per la ricerca del bene collettivo.“Borgo Genovesi” punta su questo spirito solidale e sul principio dell’accoglienza e della condivisione di conoscenze e consapevolezze. Secondo ilCensis, siamo un paese «borghigiano», fatto di piccole, ma numerose comunità locali. Ognuna è un tesoro da scoprire, untramonto da ammirare, un piatto da gustare o un vino da assaporare. Andar per borghi diventa, dunque, una straordinaria opportunità per fare crescere la coscienza personale e il territorio, per coltivare le suggestioni del sapere, dare lavoro e benessere. Un trend in ascesa che ripopola paesi abbandonati e desolati con mille iniziative. C’è chi punta sulle entrate dei turisti e chi scommette sui progetti di valorizzazione del FAI, chi raccoglie fondi all’estero e chi apre le porte a piccoli imprenditori agricoli. Castiglione del Genovesi ha scelto di offrire il tempo che “è gratis ma è senza prezzo. Non puoi possederlo ma puoi usarlo. Non puoi conservarlo ma puoi spenderlo”. Rivitalizzare i nostri paesi è una delle scommesse del prossimo futuro, per assicurare sostenibilità ambientale e crescita economica. Ricominciamo da questa Italia nascosta e affascinante: “Non sarà tempo perso ma tempo ritrovato”.
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