Il 12 giugno 1990, Napoli apriva le porte dello scrigno più prezioso e misterioso della città,  custode  del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. A distanza di trent’anni il Museo Cappella Sansevero riapre ai visitatori, dopo la lunga chiusura dovuta all’emergenza sanitaria, nel rispetto di tutte le norme previste. Solo 35 ingressi alla volta per scoprire, con la stessa immutata meraviglia e curiosità, il testamento di pietra del principe di Sangro. E allora, perché non farlo con una guida altrettanto stupefacente e pregiata? Un volume realizzato con una spettacolare campagna fotografica da Scripta Maneant, casa editrice bolognese specializzata nella pubblicazione di libri d’arte, rivela, con raffinata intensità, dettagli sorprendenti e segreti. Un progetto editoriale coraggioso ed esclusivo che ha già puntato l’obiettivo su capolavori del patrimonio italiano come La fontana di Nettuno di Bologna e La Lanterna di Genova, con il fine di rappresentare uno strumento d’indagine scientifica e di tutela conservativa, nonché un mezzo di valorizzazione del patrimonio artistico italiano da condividere con lettori e operatori culturali.  Dalle foto sono nati un’edizione di pregio, a tiratura limitata di 777 esemplari, e una pubblicazione destinata alla grande distribuzione libraria. Entrambe le versioni, in edizione bilingue italiano/inglese, contengono le introduzioni di Fabrizio Masucci, presidente e direttore del Museo Cappella Sansevero, e di Peppe Barra, i testi sono firmati dallo storico dell’arte Marco Bussagli, mentre le immagini sono di Carlo Vannini, uno dei maggiori fotografi d’arte italiana, docente di fotografia per i beni culturali all’Accademia di belle arti di Bologna, con la collaborazione di Gianni Grandi, fotografo e responsabile di produzione. Le caratteristiche dei volumi sono tutte eccezionali; in particolare quello a tiratura limitata ha un formato di 31×45, la copertina di pelle nera stampata con oro a caldo e un bassorilievo artigianale artistico realizzato da Fausto Schirani scultore di Vicenza, la carta di qualità pregiata. Tutte le foto sono realizzate con tecniche innovative ad altissima definizione, un lavoro impegnativo che ha permesso di scoprire particolari inediti, sapientemente illustrati,  che evidenziano nel loro complesso, sia la maestria degli artisti che vi hanno lavorato, sia la visione del mondo di Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, figura gigantesca della cultura non solo partenopea. Insieme alla ricchezza di dettagli e angolature, emergono i tre piani di lettura della Cappella: come mausoleo di famiglia, costruito per conservare la memoria degli avi, come luogo di culto cristiano in cui purificare l’anima attraverso la spiritualità e la fede, come testamento iniziatico, alchimista e massonico in cui prevale la ricerca dell’elemento teologico dentro la razionalità che porta al grande architetto dell’universo, il Cristo ”pietra filosofale”, punto di arrivo per ottenere la vita eterna. Ogni statua e ogni elemento artistico raccontano la filosofia profonda, concretamente vissuta di Raimondo di Sangro.  Capolavori che non sono fatti per sbalordire ma per persuadere, per convincere, per entrare nella nostra mente attraverso l’emozione. “Fare arte è un modo per possedere il destino” ha scritto Marvin Gay e il principe ha raggiunto il suo sogno d’immortalità attraverso un luogo che racconta in ogni angolo le sue convinzioni, il suo sapere, la religiosità e il ragionamento scientifico. Un crogiuolo di suggestioni che si perpetuano nel tempo e creano messaggi volutamente ambigui e una pluralità di significati che convivono in una sola forma, quella dell’arte barocca. La narrazione fotografica e testuale del volume Scripta Maneant focalizza l’armonia, l’intensità, la coerenza dell’intera struttura, presentandola da prospettive diverse che amplificano i significati e suggeriscono altre interpretazioni. Resiste, nelle atmosfere e nelle particolarità di ogni rifinitura,  un profondo enigma, seducente, abbagliante, perpetuo. D’altra parte, lo affermava Albert Einstein: “La più bella esperienza che possiamo avere è il mistero, l’emozione fondamentale che sta alla base della vera arte e della vera scienza”.