Questo articolo segue quello recentemente pubblicato sempre sul Pannunzio Magazine e di cui è allegato il link: http://www.pannunziomagazine.it/ma-che-occhi-grandi-hai-e-per-mangiarti-meglio-estetica-del-cibo-e-psicologia-del-sovrappeso-di-riccardo-ferrero-quadro-margaret-keane/

Le strategie visive usate per “invitare” ad iperalimentarsi.

Sono molte le strategie di vendita usate nei supermercati per stimolare e “cavalcare” l’istintuale tendenza dell’organismo ad ingerire ipercalorie e disperderne il meno possibile accumulando grasso.

Per fortuna c’è anche la possibilità per il nostro organismo di stimolare il consumo calorico e di grassi e la produzione di massa muscolare: dieta sempre completa, sana e sfamante, movimento vigorosamente piacevole e non infiammante, mente allenata ogni giorno al rilassamento e alla presenza per gestire lo stress. Ma ciò è a carico della nostra iniziativa perché la pubblicità e il marketing hanno evidentemente più interessi a puntare su ben altro.

Quando si va a fare la spesa i prodotti che stimolano i picchi glicemici più alti e repentini e che saziano di meno sono ad altezza occhi di adulti e bambini e in diversi punti del supermercato. Sono i cibi più pericolosi perché:

  • i picchi glicemici repentini causati da cibi con molti e soprattutto zuccheri sabotano i meccanismi nervosi di limitazione della fame (agendo sulla sensibilità alla leptina dell’ipotalamo); causano nel volgere di pochi minuti una fame di “rimbalzo” (picchi ipoglicemici seguenti i picchi iperglicemici); generano dipendenza agendo sui circuiti nervosi del piacere/ricompensa (stimolando abnormi richieste dopaminergiche)
  • la scarsa sazietà percepita dai cibi con molti e soprattutto grassi in particolare animali “innaturali” (cotti ad alte temperature o idrogenati) induce a mangiarne istantaneamente quantità che vanno ben oltre le necessità dell’organismo

Quando pensi di aver scampato il pericolo e di aver fatto una spesa “sana” evitando gli scaffali più pericolosi ti ritrovi in coda alla cassa bloccato come un pollo da batteria in uno spazio angusto a procedere a rilento dove sei obbligato a vedere:

  1. Il “frigone” altezza mani pieno di “bottigliette” da mezzo litro di fresche/ghiacciate, colorate, divertenti bibite gassate. Il frigo è colorato con colori ovviamente attivanti come il rosso e sgargianti in basso ma trasparente dalla cintola in su per poter vedere dall’alto (per gli adulti) e di lato (per i bambini) cosa c’è dentro!
  2. L’espositore stile “parete tappezzata” di gomme da masticare, snack, caramelle, cioccolata, patatine, crostini e per ultimi i sanissimi semi oleaginosi (detti frutta secca) resi dall’industria cibo spazzatura ipercalorico e iperstimolante in quanto rigorosamente già sgusciati, pelati, tostati (ovvero fritti nei loro grassi) e salati. Tutti ovviamente in confezioni di qualunque tipo e forma. In particolare si possono apprezzare 2 strategie opposte per sollecitare l’acquisto:
    • la confezione “sottomisura” cioè il pacco “piccolo” di patatine o la barretta singola di cioccolato/snack. Ci si può dire che è solo un “piccolo innocuo trasgredire la sana alimentazione”. Viene posta su un piatto d’argento la possibilità di eliminare la dissonanza cognitiva: dare una spiegazione ragionevole a posteriori di un comportamento irragionevole;
    • la confezione “sovramisura”: pack famiglia/formato convenienza/multipack/3per2….. Ha una doppia valenza: da un lato asseconda e stimola l’istinto accumulatore (più forte in relazione allo stress percepito che nei supermercati è ben sollecitato da luci, rumori e affollamento) e dall’altro lato rassicura rispetto alla prospettiva di un risparmio di denaro occasionale da “cogliere al volo altrimenti scappa”. E questo è proprio il concetto della “occasione speciale” (irripetibile anche se poi ogni giorno si ripresenta in forma diversa).

La confezione sovramisura non è antitetica a quella sottomisura!

Il nostro organismo ha una capacità incredibile di abituarsi ai cambiamenti per farli diventare nel volgere di poco tempo da eventi straordinari ad eventi normali. I meccanismi che permettono il crearsi delle abitudini sono l’allenamento costante ripetitivo alla gestione dello stimolo. Rispetto alle dimensioni dei cibi questo allenamento viene proposto visivamente ogni giorno quando si va a fare la spesa di persona o sui siti on line e dalla continua esposizione dei cibi nella pubblicità in tutte le sue molteplici forme. Il risultato è che con il passare degli anni ci si abitua, e si percepiscono assolutamente come normali, confezioni dei cibi che una volta erano assolutamente fuori dall’ordinario. Ad esempio in vent’anni negli USA l’hamburger è raddoppiato di peso e la porzione definita “media” di patatine è triplicata. Cosa comporta ciò? Che oggi quando negli USA prendete una porzione piccola di patatine è siete in pace con la coscienza essendovi limitati (magari a fatica) in realtà state prendendo una porzione grande e preoccupante di vent’anni prima! Per questo le confezioni sottomisura di cibo spazzatura sono una bella trovata commerciale per farvi mangiare male inconsapevolmente la cui forza persuasiva è proprio data dalle confezioni sovramisura!

In italia a proposito di dimensioni dei cibi in 40 anni è aumentato del 50% il peso medio della pizza e se il cornetto gelato è nato con un peso di circa 75 grammi oggi si trova anche di 145. Ricordo che negli anni 70 i succhi di frutta si trovavano solo ed esclusivamente in bottigliette di vetro da 125 cc. Questa dimensione oggi fa tenerezza se confrontata ai bricchetti che partono da una dose doppia per arrivare ai “cartoni” da 1, 1.5 e 2 litri! E sei biscotti negli anni 70 pesavano in media 5 grammi oggi si arriva anche quasi a 20. Tutti formati ai quali ci siamo perfettamente abituati visivamente.

Strategie per modulare e gestire, a favore della linea, l’esposizione al cibo e la “Portion Distortion”

Ci sono delle precise strategie per modulare l’impatto visivo che il cibo ha sui nostri centri nervosi. Comprendono il come servire a tavola, come gestire la dispensa, quando fare la spesa, l’organizzazione degli spazi domestici, il posizionamento nei locali di ristorazione e l’approccio al buffet.

Tutte queste strategie possono essere usate:

Ad esempio la maggiore presenza mentale durante il pasto aiuta sensibilmente a dimagrire acuendo la capacità di valutare meglio la fame e la sazietà. Questa capacità è allenata attraverso il metodo della Mindful Eating ed è aiutata anche dal presentare il cibo in modo bello e attraente ma con uno scopo opposto a quello del marketing: non per far schizzare l’attenzione da uno scaffale all’altro del supermercato o da un tavolo all’altro del buffet ma invece per far concentrare e rilassare la mente su un cibo alla volta durante ai pasti!

Inoltre ci sono anche delle strategie visive legate alla cosiddetta “Portion Distortion” ovvero gli abbinamenti cibo/piatto e colori che creano illusioni rispetto alla quantità dei cibi e che si possono sfruttare per mangiare meno convinti e appagati dalla sensazione di non privarsi di nulla!

Questi 2 aspetti della presenza mentale e della Portion Distortion sono accennati in un altro articolo sul magazine di cui vi allego il link: http://www.pannunziomagazine.it/5-trucchi-per-non-ingrassare-mentre-si-e-in-quarantena-senza-mettersi-a-dieta-lifestyle/

Questi argomenti, con esempi e foto illustrative del metodo e delle strategie, potrete “assaporarli” meglio al prossimo incontro dei “mercoledi del Pannunzio” che si terrà il 17 aprile 2020 e a cui tutti sono liberamente invitati a partecipare.