Appena uscito nel 2019 ho letto questo libro scritto dell’immunologo Attilio Speciani perché trattava un argomento fondamentale per la psicologia del dimagrimento e dello stress ovvero la relazione infiammatoria tra cibo e salute. Adesso vi spiego meglio: il nostro corpo è soggetto ad imponenti reazioni infiammatorie croniche patologiche quando è sottoposto a stress prolungati/cronici. Ciò è dovuto sia direttamente alla minore capacità del cortisolo (l’ormone dello stress) di disinfiammare (downregolazione), sia all’influenza che lo stress ha sulla ricerca proprio di cibi molto calorici che alimentano il “fuoco” delle reazioni infiammatorie, sia alla produzione di molecole infiammatorie da parte del tessuto adiposo (adipochine) che tende a formarsi maggiormente sotto stress cronico a causa del possibile rallentamento della funzionalità tiroidea.
Speciani in questo libro illustra proprio come il cibo possa influire in maniera massiccia sulle reazioni infiammatorie dell’organismo. Il libro ha un titolo provocatorio: “Le intolleranze alimentari non esistono”….. e di sicuro si fa comprare già solo per questo. E’ una furbata o ha un senso? Secondo me ci voleva una provocazione del genere in un periodo in cui ormai tutti parlano di “intolleranze” per indicare qualunque cibo che cagioni un problema/reazione al nostro organismo. Attilio Speciani riesce a chiarire come da una parte (piccola) ci siano l’impossibilità a digerire il lattosio e la reazione immunologica al glutine (entrambe da verificare e non solo da supporre) e invece dall’altra parte ci sia un ampissimo ventaglio di reazioni infiammatorie del nostro corpo al cibo che vengono erroneamente chiamate “intolleranze”.
Speciani rispetto a queste reazioni infiammatorie illustra non solo teoricamente ma anche praticamente con esempi e casi clinici come la cura non sia la riduttiva fuga dai cibi incriminati (diete perenni di esclusione sempre più rigide) ma il ristabilire un corretto rapporto di “civile e possibile convivenza” con gli alimenti.
Pregevole il concetto della “pentola a pressione infiammatoria” per spiegare le sintomatologie di solito etichettate come “intolleranze alimentari”. L’organismo, illustra l’autore, ha una certa capacità di sopportare la pressione di diversi stimoli infiammatori. Quando il “bombardamento” supera la soglia si sopportazione esplode la pentola ovvero la sintomatologia infiammatoria appare improvvisamente in tutta la sua forza. Spesso a questo punto si tende a cercare come colpevole il singolo cibo mentre invece è solo la “goccia” che ha fatto traboccare un vaso riempito nel tempo dagli effetti di 3 comportamenti alimentari da considerare attentamente:
- “mangiare in modo ripetitivo o eccessivo certi tipi di alimenti.” (pag 190). A tale proposito nel libro sono riportati e spiegati in modo dettagliato i 5 grandi gruppi alimentari a cui porre attenzione per valutare gli eccessi e le ripetizioni nel cibarsi con ampia spiegazione dei meccanismi di immunità naturale ed acquisita che vengono ad innescarsi;
- eccedere negli zuccheri e nelle cotture ad alta temperatura delle proteine. Speciani spiega con dovizia di particolari tutti gli aspetti legati al fenomeno della glicazione che è alla base dei danni causati da questo secondo punto;
- il non avere un corretto bilanciamento di tutti i nutrienti ad ogni pasto con una particolare attenzione al rapporto tra carboidrati e proteine. Veramente da apprezzare come l’autore non sostenga una politica di rigida misurazione dei nutrienti ad ogni pasto (cosa che infatti di solito decreta il fallimento delle diete) ma un metodo intuitivo “ad occhio” simile a quello della famosa, ed efficace, campagna nutrizionale “My Plates” dell’università di Harvard che ha avuto Michele Obama come sostenitrice.
Il libro in sintesi :
- è una utile pubblicazione da leggere assolutamente perché fornisce ampie spiegazioni comprensibili, scientifiche e con ricca documentazione bibliografica della relazione tra cibo e infiammazione a 360 gradi. Inoltre propone strategie e orientamenti ampiamenti personalizzabili senza cadere in rigidità e dogmatismi che poco avrebbero a che fare con la complessità e unicità di ogni organismo. Infine da apprezzare l’aver diviso il libro in 2 parti: la prima più divulgativa e la seconda più tecnica per gli “addetti i lavori” (ma con un invito a tutti alla lettura)
- si gioverebbe di una minore ripetitività di alcuni seppur importanti concetti che si ripresentano però troppe volte in diversi capitoli e per i miei personalissimi gusti avrei preferito una minore enfasi sul pubblicizzare un esame di laboratorio che suona tanto come “consigli per gli acquisti”. Infine è assente purtroppo un chiaro riferimento al concetto di stress ed al peso, importante, che ha nella “pentola a pressione” delle reazioni infiammatorie.
A breve vi parlerò di un altro libro (seppur meno recente) che tratta della cura del sovrappeso nell’ottica delle reazioni del corpo al cibo : “La dieta della dottoressa Subacchi”